Era latitante dal 2015, sfuggita ad un’ordinanza di arresti domiciliari - poi aggravata con il carcere - per essersi sottratta appunto all’arresto. La settimana scorsa la Squadra Mobile l’ha trovata in un B&b in provincia di Avellino, dopo una segnalazione di rito. È stata arrestata così la 39enne marocchina E.Y.S., coinvolta in una maxi inchiesta della Procura di Nocera Inferiore su finti matrimoni organizzati tra italiani ed extracomunitari.
L’epicentro dell’indagine è il comune di Cava de’ Tirreni, con la donna a fare da complice a un italiano, impegnati a distribuire permessi di soggiorno agli stranieri che arrivavano in Italia dietro cospicui pagamenti.
Gli “sposi” andavano poi a vivere per pochi giorni in alcuni appartamenti, messi a disposizione dall’uomo e dalla donna, che avrebbe coinvolto anche sua figlia in uno dei matrimoni. L’obiettivo era di aggirare i controlli della polizia, facendo sembrare tutto in regola. Ottenuto l’incartamento, la coppia si divideva, facendo perdere le proprie tracce. L’ufficio immigrazione di Salerno, indagando sulla reale convivenza dei coniugi, era poi riuscita ad avviare le indagini. Gli organizzatori fornivano al giro di clandestini una sorta di “pacchetto di servizi” durante il periodo utile a ottenere i permessi di soggiorno, come cibo, cellulari e schede telefoniche. In sostanza, volevano gestire le loro abitudini, non rendendoli mai autosufficienti ma invisibili ai controlli della polizia. Dai 19 matrimoni, i due avrebbero guadagnato circa 400mila euro. Il processo per i due riprenderà alla fine del mese di settembre, dinanzi al tribunale di Nocera Inferiore.