Botte e rapina all'imprenditore dell'ortofrutta,
10 anni all'indagato ma ad agire furono in tre

Botte e rapina all'imprenditore dell'ortofrutta, 10 anni all'indagato ma ad agire furono in tre
di Nicola Sorrentino
Domenica 30 Maggio 2021, 06:35 - Ultimo agg. 08:25
3 Minuti di Lettura

Pestaggio ad un imprenditore del mercato ortofrutticolo di Sant’Egidio del Monte Albino, viene condannata l’unica persona individuata dalle indagini. Si tratta di Moreno Caputo, 39enne di Pagani, giudicato colpevole a 10 anni e 3 mesi di carcere. La sentenza è stata emessa dal collegio del tribunale di Nocera Inferiore, presieduto dal giudice Franco Russo Guarro. L’imputato, difeso dai legali Angela Cisale e Giovanni Pentangelo, è stato interdetto in modo perpetuo dai pubblici uffici per la durata della pena. I fatti risalgono alla fine di gennaio del 2020, quando almeno tre persone - stando alle indagini dei carabinieri della tenenza di Pagani - aggredirono e pestarono un imprenditore, nei pressi di un garage, di pertinenza della sua abitazione, approfittando della scarsa illuminazione. Il gruppo portò via ben 14mila euro.

Alla vittima fu intimato di consegnare il denaro, con una pistola, dopo che fu aggredito e colpito con una mazza da baseball - gesto attribuito dalla Procura di Nocera Inferiore a Caputo in concorso con almeno un’altra persona - infine rapinato dei soldi e di un telefono cellulare.

L’imprenditore, che lavorava al mercato ortofrutticolo di Sant’Egidio del Monte Albino, è residente nello stesso comune di Pagani. L’inchiesta fu condotta dal sostituto procuratore Roberto Lenza, con il lavoro sul campo dei carabinieri della tenenza. Stando alla dinamica dei fatti ricostruita nella fase preliminare, almeno in due avrebbero seguito la vittima nei pressi del garage di casa. Poi l’aggressione, con una mazza da baseball, che tramortì la vittima, finita a terra e costretta, poi, a consegnare una cifra in contanti di 14mila euro circa. I soldi erano contenuti in un borsello, che lo stesso fu obbligato a consegnare insieme al telefono cellulare. I tre rapinatori si diedero alla fuga velocemente, a colpo ultimato. La vittima riuscì a sporgere dopo poco denuncia ai carabinieri, spiegando cosa fosse accaduto prima e tentando, con difficoltà, di fornire indicazioni sulle tre persone che lo avevano rapinato. Caputo fu riconosciuto dalle immagini di una telecamera di sorveglianza di un negozio di tabacchi. Diversi furono i video raccolti dai militari per provare ad identificare, all’epoca, i componenti del gruppo. Un ulteriore indizio giunse dal telefonino, il cui segnale fu captato attraverso segnale satellitare. Il telefono era stato abbandonato in una strada del centro di Pagani. Sia in fase cautelare, durante l’interrogatorio di garanzia, che durante il dibattimento celebrato dinanzi al collegio, l’imputato aveva sostenuto la sua innocenza, spiegando di non essere stato lui a rapinare l’imprenditore. Il tribunale ha invece emesso sentenza di condanna nei suoi confronti a 10 anni e 3 mesi di reclusione. Solo con il deposito delle motivazioni, sarà possibile comprendere il ragionamento dei giudici e permettere alla difesa, poi, di presentare appello contro il giudizio di primo grado. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA