Poesia etica e resistente, «ParoleContro» le ingiustizie

Mattia Tarantino, tra gli organizzatori di ParoleContro
Mattia Tarantino, tra gli organizzatori di ParoleContro
di Erminia Pellecchia
Domenica 6 Novembre 2022, 23:54 - Ultimo agg. 7 Novembre, 19:39
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«Una volta ancora / con serietà mortale / offrire al mondo tradito / una rosa». Mattia Tarantino, tra le voci più interessanti della poesia del nostro tempo, cita alcuni versi di «I cinque» da Hermes, il cane e la stella di Zbigniew Herbert, il poeta di Leopoli, segnato come tanti della sua generazione dalle atrocità della seconda guerra mondiale e sempre dalla parte degli ultimi, di chi è ai margini, perché – era il suo monito - «l’ambito dell’artista, il suo unico ambito, è la coscienza umana, il tentativo di rendere sensibili nei confronti dell’ingiustizia e dell’umiliazione inflitte ai concittadini... di quella medesima Città assediata dalla pochezza e dalla volgarità». Sì, l’arte deve far riflettere, scuotere gli animi, spingere a gettare, come invitava Pasolini, il corpo nella lotta, mettere in moto azioni capaci di innescare il mutamento.

La poesia etica e resistente di Herbert rimanda alla poesia etica e resistente di Alfonso Gatto ed è nel loro segno che nasce la rassegna ParoleContro, ideata e organizzata dal giornale di poesia online Inverso (più di centomila lettori nel mondo), diretto da Tarantino con Giovanna Frene e Francesco Terracciano, e la Fondazione Alfonso Gatto, presieduta da Filippo Trotta, che lo scorso maggio ha premiato «il giovane favoloso» di Aversa, che ad appena 21 anni ha pubblicato tre libri ed è stato già tradotto in sei lingue.

Un progetto innovativo, potente questo firmato Tarantino-Trotta, che si muove tra Napoli con la forma di officina di pensiero, e Salerno dove si concluderà con la grande festa della poesia nello “studio” creativo di Sant’Apollonia, tornata casa dell’altra cultura, non quella dei salotti, ma del dibattito aperto e senza frontiere. 

La mission di ParoleContro è proprio questa: prestare, attraverso la poesia, attenzione al mondo reale, ragionare sul presente, mettere al centro valori fondamentali quali pace, socialità, solidarietà, diritti civili, indurre all’ascolto. Che fare se anche le rose bruciano, se nulla rimane? Occorre decifrare i segni, dirottare il presagio, dice Tarantino. «C’è la guerra e c’è chi ha il proprio corpo a rischio, mentre tanti hanno il culo al caldo», provoca. E si rifà all’appello di Aleksandr Kabonov, tra i maggiori poeti civili ucraini viventi: «È giunto il momento, per i poeti che avevano scritto soltanto di fiori, uccellini e amore, di parlare, invece, dei corpi smembrati dei bambini ucraini a Mariupol, e dei cittadini innocenti fucilati a Bucha e Hostromel». Non resta, allora, che «offrire al mondo tradito almeno una parola: contraria e contrariata, in controtempo, in controbalzo. Una parola contro le traiettorie della storia, contro il colpo di compasso che stringe, cancella, controlla e sposta corpi, discorsi, geografie» La chiamata all’impegno è nell’aria, c’è, avverte Trotta, «voglia di sporcarsi le mani; la poesia è sopravvivenza, attivismo, resistenza fisica e culturale, come la intendeva il Gatto politico e partigiano».  

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La rassegna sarà articolata in sei incontri laboratoriali, a cura di Mattia Tarantino, Francesco Terracciano e Lorenzo Pataro, che si terranno (tutti alle 18) alla Libreria The Spark di Napoli il 9 novembre, il 7 dicembre, il 13 gennaio 2023 e il 10 marzo e, a Salerno, da Libramente il 17 marzo ed il 14 aprile. Saranno di due ore, spiega Trotta, «la prima dedicata alla lettura e alla ricerca delle fonti di contrarietà all’interno di testi poetici classici e contemporanei; la seconda a una discussione sulle fonti rintracciate. Per i partecipanti è prevista la stesura di un elaborato che sarà accolto sulle pagine di Inverso e discusso durante le tre giornate conclusive (26-27-28 maggio) a Sant’Apollonia, costituite da interventi critici, convegni e letture, in assemblea venti poeti italiani ed europei».

Tra questi, annuncia Tarantino, la croata Marija Dejanovic e Tim Postovit della Repubblica Ceca e altri protagonisti del recente Patras World Poetry Festival in Grecia. «Non ci sono barriere generazionali – sottolinea Tarantino – anche se la maggior parte dei poeti che saranno a Salerno sono giovani. Molti di loro vivono la guerra da vicino e da poeti sentono il privilegio di portare al pubblico la loro parola onesta, esposta, che parte dai margini e va verso traiettorie possibili e diverse. La poesia è una veglia, noi poeti dobbiamo vigilare, conciliare libertà e tutela, ricercare il senso e il dissenso, misurarci con le dinamiche di un mondo lasciato in eredità e un mondo sempre a venire ma guai se realizzato, perché va lasciato sempre un varco verso l’altrove».

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