Ragazza morta, nuovi esami al cuore
Il padre di Lucia: «Vogliamo la verità»

Ragazza morta, nuovi esami al cuore Il padre di Lucia: «Vogliamo la verità»
di Simona Chiariello
Giovedì 5 Dicembre 2019, 06:25 - Ultimo agg. 08:06
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Il 18 dicembre presso l’unità operativa di anatomia patologica dell’ospedale Villa Betania di Napoli saranno eseguiti ulteriori esami istologici sul cuore e sui tessuti, prelevati nel corso dell’autopsia sul cadavere di Lucia Ferrara, la 17enne di Cava de' Tirreni morta il 4 settembre scorso dopo un intervento al cuore, dall’equipe di cardiochirurgia dell’ospedale Ruggi D’Aragona di Salerno. Il supplemento di indagine è stato richiesto dai legali della famiglia Ferrara, gli avvocati Domenico Avagliano e Mario Della Porta, per scoprire la verità sul decesso della giovane studentessa, affetta da insufficienza mitralica, e per chiarire alcuni punti rimasti oscuri. Due su tutti: l’intervento, eseguito dall’equipe, diretta dal dottore Enrico Coscioni, era urgente e perché Lucia è stata riportata in sala operatoria per una seconda operazione. Gli inquirenti vogliono cercare di capire se è subentrata una complicazione. Gli accertamenti dovranno fornire informazioni aggiuntive, rispetto a quelle che saranno svelate con l’autopsia, eseguita l’11 settembre scorso a una settimana dal decesso.

La denuncia, presentata dal papà di Lucia, Carmine Ferrara ha portato all’avvio di un’inchiesta. La Procura di Salerno ha già proceduto all’iscrizione nel registro degli indagati di quattro medici (tre cardiochirurghi ed un rianimatore). «A Ferragosto per accontentarmi era uscita di casa per andare a vedere la festa in paese, poi era ritornata facendo la salita ripida di corsa, tutto di un fiato: stava bene, se avesse avuto un cuore malato non sarebbe riuscita a farlo - aveva raccontato il padre di Lucia - voglio la verità su quanto le è accaduto dopo che è entrata in sala operatoria».

Sin da piccola, Lucia soffriva del cosiddetto soffio al cuore (insufficienza mitralica) a fine agosto era sta ricoverata al Santa Maria dell’Olmo per un banale capogiro. Dopo alcuni giorni la studentessa, allieva di una scuola di teatro, fu trasferita al San Leonardo e sottoposta ad intervento per la sostituzione di una valvola. «Mi avevano detto che era un intervento di routine - ha raccontato il padre dopo il decesso - ma una volta in sala operatoria non abbiamo capito più nulla. Ci hanno detto tante cose diverse. Poi l’hanno riportata in sala operatoria. Noi non sappiamo cosa sia successo. Vogliamo sapere la verità». Subito dopo il decesso, i familiari hanno presentato una denuncia che ha dato il via all’inchiesta. L’Azienda San Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona, se pur in modo ufficioso, ha ribadito che le condizioni della ragazza erano gravissime.

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