Raid al pronto soccorso di Nocera Inferiore,
tra i quattro denunciati anche il paziente

Raid al pronto soccorso di Nocera Inferiore, tra i quattro denunciati anche il paziente
di Nello Ferrigno
Sabato 26 Giugno 2021, 06:25 - Ultimo agg. 08:30
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Aggressione, lesioni, danneggiamento, interruzione di pubblico servizio e oltraggio a pubblico ufficiale. Sono le ipotesi di reato per cui i carabinieri hanno denunciato all’autorità giudiziaria quattro persone di Somma Vesuviana che giovedì pomeriggio hanno picchiato due medici e devastato il pronto soccorso dell’ospedale di Nocera Inferiore. Sono tutti e quattro componenti dello stesso nucleo familiare, figlio, figlia e nuora di un uomo poco, più che sessantenne, che era stato ricoverato all’Umberto I il giorno precedente. Anche l’ammalato avrebbe partecipato alle violenze e quindi, denunciato. Hanno aggredito il medico di turno con pugni e schiaffi, stessa sorte per un altro medico che era intervenuto in aiuto del collega. Sono stati feriti anche tre infermieri che avevano cercato di riportare la calma. Per il personale sanitario la prognosi va dai cinque ai 14 giorni. Secondo quanto ricostruito dagli uomini del colonnello Rosario Di Gangi, comandante del reparto territoriale di Nocera, il loro congiunto non sarebbe stato curato adeguatamente e le prestazioni sanitarie fornite non in linea con le loro aspettative. Ieri mattina il sindaco Manlio Torquato è stato in ospedale «per portare la solidarietà mia e dei cittadini». In mattinata il direttore generale dell’Asl Salerno, Mario Iervolino, gli ha comunicato che la fine della prossima settimana sarà a Nocera per incontrare i medici e individuare possibili soluzioni alla grave crisi dell’organico. «Il direttore – ha detto il sindaco – mi ha chiesto qualche giorno perché deve avere un panorama completo della situazione, questo mi fa pensare che l’azienda ha serie difficoltà».  

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Torquato aveva minacciato che «avrebbe fatto il sindaco davanti all’ospedale fino a quando Iervolino non sarebbe venuto a Nocera come mi aveva assicurato tre settimane fa». «La mia – ha spiegato – sarebbe stata una protesta civile, non voglio fare il Masaniello ma ribadire, anche con un appello estremo, che l’Umberto I, l’ospedale più grande della provincia e della stessa Asl, non è certo la Cenerentola della sanità salernitana e campana.

La crisi del personale si trascina da qualche anno. I bandi a termine per reclutare i medici sono andati quasi a vuoto, ci vuole una soluzione strutturale, non è possibile mettere delle pezze per non risolvere nulla». Per Donato Salvato, segretario provinciale della Uil Fpl «è inaccettabile che le strutture sanitarie diventino teatro di violenza». «Non possiamo permettere – ha continuato il sindacalista - che i nostri operatori, già messi a dura prova dall’emergenza Covid e da problemi di organici carenti, vedano messa a repentaglio persino la propria incolumità». 

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