Rapinò e sequestrò il prof, 18enne resta ai domiciliari: ha agito con rancore

Tra il giovane e la vittima vi è un precedente, dato che l’uomo si trova sotto processo per tentata violenza sessuale

Un'aula di giustizia
Un'aula di giustizia
di Nicola Sorrentino
Venerdì 13 Gennaio 2023, 06:45 - Ultimo agg. 10:51
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«Animato da rancore nei confronti della vittima, ha preteso di farsi giustizia da sé, ricorrendo a gesti di estrema violenza, e la capacità di rinvenimento di una pistola ad aria compressa, oltre che di due bastoni e un coltello, utilizzati per portare a termine il suo proposito criminoso, sono tutti elementi sintomatici della personalità allarmante del prevenuto che necessariamente deve essere contenuta, onde evitare la ricaduta in analoghi episodi recidivanti». Con queste motivazioni il Tribunale del Riesame ha confermato gli arresti domiciliari per un ragazzo di 18 anni di Pagani, che lo scorso dicembre - insieme ad un complice di 13 anni coperto da passamontagna - rapinò e sequestro un docente in pensione, all’interno di un locale nelle disponibilità dell’uomo.

Tra il giovane e la vittima vi è un precedente, dato che l’uomo si trova sotto processo per tentata violenza sessuale.

Avrebbe tentato di circuire il ragazzo, quando era minorenne, in cambio di denaro e altre regalie. Quel giorno, il giovane indagato rapinò l’anziano di 90 euro, per poi privarlo della sua libertà. I due impugnavano un bastone ciascuno. Chiusero la porta a chiave, poi il 18enne estrasse una pistola e minacciò l’uomo di consegnargli 5000 euro, una cifra «rivendicata», con l’arma puntata prima alla tempia e poi al mento della vittima. L’ex docente fu poi condotto sul retro del locale, minacciato nuovamente da uno dei due ragazzi di usare, contro di lui, un martello da fabbro ed un attizzafuoco. Infine, gli avrebbero impedito di parlare liberamente con il nipote, carabiniere, che era sopraggiunto nel frattempo, avvisato da un parente.

«Gli elementi valorizzati - spiegano i giudici - non consentono di ritenere occasionale e isolata la condotta del ragazzo che, piuttosto, ha manifestato una elevata professionalità a perpetrare l’azione criminale». I domiciliari vengono ritenuti misura necessaria, in quanto il giovane potrebbe «rincontrare la vittima, ma anche procurarsi i mezzi necessari (pistole, bastoni, coltelli) per perpetrare analoghe condotte criminose, connotate, appunto, dall’impiego, oltre che di violenza, anche di armi». Stando alla valutazione del Riesame, il 18enne era «fortemente animato da rancore nei confronti della vittima, in ragione della durata del procedimento penale, ancora in corso, e che ha rappresentato la base del movente dell’azione criminosa». Durante l’interrogatorio di garanzia il giovane si era difeso, smentendo la rapina e spiegando che aveva incontrato l’ex docente per chiedergli come mai non si fosse presentato in udienza, dove era prevista tra l’altro la testimonianza proprio del ragazzo (l’udienza era stata rinviata per ragioni procedurali). L’indagine prosegue ora, con la Procura che si prepara a chiedere il processo per il giovane. 

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