La prima volta al Ravello Festival di Riccardo Muti fu in piena pandemia: 1° settembre 2020, mascherine e distanziamento vigente. Oggi, finalmente senza restrizioni, il risultato è stato quello di allora: standing ovation e 5 minuti di applausi. Sul parquet dell’Auditorium Oscar Niemeyer l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini nella sua interezza e bravura. Muti ha scelto per Ravello e il tour estivo un programma con pagine poco conosciute ma di grande impatto emotivo: la Sinfonia in do maggiore op.37 “Roma” di Bizet, Il lago incantato, poema sinfonico op.62 di Ljadov e Les Préludes, S 97. Poema sinfonico n.3 da Alphonse de Lamartine di Liszt.
L’affetto che il pubblico tributa al Maestro e il livello oramai raggiunto dall’orchestra coinvolgono la platea della città della musica che inonda il palco di calore e riconoscenza per un concerto a tratti emozionante. La brillantezza e precisione con cui viene eseguito lo spartito, regala al pubblico un’esperienza unica che chiude il concerto sottolineando l’intesa speciale tra Muti e la sua Orchestra giovanile con cinque minuti di applausi e con una standing ovation placata solo dal bis, l’Intermezzo di Fedora di Umberto Giordano.
Molti di loro però hanno avuto la disgrazia di nascere in posti, sicuramente belli, perché l’Italia è tutta meravigliosa, ma che non hanno orchestre, teatri, teatri di prosa e quindi non hanno un futuro. Il nostro paese ha una storia artistica importantissima, non importante. Questi ragazzi sono una piccola espressione numerica della qualità che c’è in Italia e sono parte di quelle persone che possono diffondere la nostra cultura ma che non hanno molte possibilità. Dico queste cose con amarezza. Siamo il paese della musica o della storia della musica?» ha chiosato.
Nel finale il Maestro lascia spazio per un applauso particolare a due musicisti ucraini parte dell’orchestra «Perché la musica unisce». – conclude Muti. E aggiunge «Per chi ‘o ccapisce» strappando un’ultima risata al pubblico.