Ravello, pugno duro del Vaticano: tolti i voti alle due suore “ribelli”

Suor Massimiliana e suor Angela Maria avevano rifiutato il trasferimento per difendere il convento dalla chiusura

Ravello, le due suore lasciano il monastero
Ravello, le due suore lasciano il monastero
di Emiliano Amato
Sabato 4 Febbraio 2023, 00:00 - Ultimo agg. 5 Febbraio, 09:03
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Hanno lasciato il monastero di Santa Chiara a Ravello suor Massimiliana Panza e suor Angela Maria Punnacka, le due monache di clausura che avevano rifiutato il trasferimento per difendere l’antico luogo religioso dalla soppressione. Ma non andranno in nessun altro convento: sono destinatarie di un provvedimento che toglie loro i voti, per l’atto di disobbedienza alla Chiesa e all’Ordine delle Suore clarisse urbaniste d’Italia. Dispensate dagli obblighi provenienti dalla sacra ordinazione, non sono più suore.

Entrambe, con la 97enne suor Maria Cristina Fiore, lo scorso giugno avevano rifiutato il trasferimento in tre diversi monasteri italiani.

E speravano nella formalizzazione dell’atto di donazione in favore di Papa Francesco dell’intero patrimonio del monastero di Santa Chiara (il cui valore si aggira tra i 50 e i 60 milioni di euro), al fine di salvarlo da un’eventuale soppressione. Ma invece, a sorpresa, il provvedimento di destituzione proviene dal Vaticano e porta la firma di Bergoglio. 

Intanto al monastero si è insediata una nuova comunità, con tre suore aggiuntesi all’inferma Maria Cristina, che è a Ravello dal 1955 e necessita di assistenza. Dopo averla accudita negli ultimi anni, ieri mattina suor Massimiliana e suor Angela si sono limitate a salutarla. Accompagnate da un autista, le due suore hanno attraversato la piazza di Ravello per raggiungere il parcheggio. Durante il percorso sono state tante le persone che le hanno salutate. A suor Massimiliana è stato donato un piatto in ceramica raffigurante uno scorcio di Ravello con una dedica.

«Grazie per quanto fatto per Ravello. Continueremo a batterci per il monastero» le ha detto Gino Schiavo in rappresentanza del comitato cittadino di salvaguardia del monastero, costituitosi due anni fa quando si paventò per la prima volta la soppressione. «Grazie a voi che ci avete accolte e supportato per quanto è stato possibile - ha detto suor Massimiliana - Noi in realtà non siamo state trasferite ma dimesse dall’Ordine. Tutto è partito dalla donazione che abbiamo fatto al Santo Padre. Per noi non abbiamo preso e non abbiamo intenzione di prendere nulla, siamo nate povere francescanamente e così vogliamo morire. In seguito a questa decisione è stato stabilito il nostro trasferimento. Ma avevamo tutto il diritto, canonico, di portare a termine questa donazione. I superiori ci hanno ripensato e non abbiamo la possibilità di ricorrere all’atto di dimissioni (inappellabile perché porta la firma del Santo Padre). Questa è la verità. Noi abbiamo fatto la nostra parte, ora pregate voi per il monastero».

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Un’albergatrice si è offerta di ospitarle nella propria struttura, ora chiusa per il riposo invernale. «Abbiamo bisogno di discernimento. Ci prendiamo qualche giorno, una settimana per riflettere. È stato un evento improvviso per noi». A 46 anni suor Massimiliana torna a Nola. Presso l’abitazione della sua famiglia ospiterà temporaneamente la consorella indiana, trovatasi anche lei senza più alcun riferimento. 

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