Razzismo sul campo di calcio:
«Negro di....», al calciatore di Pisciotta

Razzismo sul campo di calcio: «Negro di....», al calciatore di Pisciotta
di Carmela Santi
Mercoledì 18 Maggio 2022, 06:20 - Ultimo agg. 18:00
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Nuovo episodio di razzismo nel calcio, questa volta è successo in provincia di Salerno nel campionato di Prima Categoria, girone F. Aggredito e offeso con frasi a sfondo razziale un giocatore di 25 anni, Musa Marega, con alle spalle una fuga dal Mali attraverso il Mediterraneo e che si è visto offendere da un avversario con il termine “negro di m***a”. L’episodio è accaduto sul campo di Montecorvino Pugliano durante l'incontro valido per i playoff tra la squadra cilentana, Atletico Pisciotta dove milita Marega e l'Atletico Faiano. Una partita attesa da tempo e preparata con professionalità dai giovani giocatori. Ma a dieci minuti dalla fine della partita succede limorevedibile. In campo si ritrovano due palloni, il secondo dei quali viene lanciato intenzionalmente dalla panchina del Faiano. Arriva il pareggio tra le due formazioni. Il direttore di gara decide di lasciar correre. A quel punto la situazione degenera. Uno dei giocatori della squadra di casa colpisce il giocatore del Mali con un pugno, non contento lo apostrofa anche con frasi offensive. L’intera scena si svolge davanti ad oltre cento tifosi di casa che avevano raggiunto lo stadio per supportare i propri ragazzi. Forze dell'ordine, commissario di campo restano fermi, nessuno interviene. Anzi, secondo quanto denunciato dalla squadra di Pisciotta anche il pubblico si sarebbe unito ai cori razzisti nei confronti del giovane giocatore. Ad un certo punto il calciatore di colore si è ritrovato solo contro tutti, con i compagni di squadra attoniti ed increduli per quanto stava accadendo. Marega non è rimasto indifferente alle offese. Ha reagito e per lui è arrivata l'espulsione.

La partita è finita con una sconfitta per la squadra di Pisciotta. La società cilentana ha accettato in silenzio il risultato risultato sportivo arrivato dal campo ma subito ha inviato alla Figc per denunciare il grave episodio di razzismo cui è stato vittima il suo tesserato. Il presidente Sergio Di Blasi ha chiesto di aprire una un'indagine ufficiale da parte della Federazione per i fatti accaduti al fine di accertare eventuali responsabilità. «È vergognoso quanto si è verificato - denuncia Di Blasi, già di Pisciotta - Marega insieme ad un altro calciatore della nostra rosa è ospite del centro accoglienza di Palinuro, gioca con noi da tre anni.

Sono due ragazzi perbene e meritano rispetto. Una partita di pallone non si può trasformare in una guerriglia tra popoli». A sconcertare la società sportiva del Cilento soprattutto la reazione delle tante persone che stavano assistendo alla partita. Nessuno ha reagito prendendo le difese del ragazzo. Nulla è stato fatto prima e dopo per evitare il peggio. Considerata l'importanza della partita e conoscendo episodi simili già successi in campo con il Faiano, l'Atletico Pisciotta aveva chiesto anche una presenza più massiccia di forze dell'ordine.

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Non è il primo atto di razzismo che si registra sui campi di campi di calcio ad ogni livello. Dalla Terza Categoria alla Serie A. Sempre più spesso gli stadi si trasformano in arene che alimentano il razzismo. Già perché quell'insulto, negro di m***da rivolto a Marega, é uno dei tanti, troppi, sentiti sui campi di calcio. Offese non giustificate che hanno scatenato l'indignazione di una intera comunità. Il calciatore del Mali come tanti altri giovani profughi, è sbarcato qualche anno fa in Sicilia. È arrivato nel Cilento dove a Palinuro è stato subito inserito in un progetto di accoglienza. Attraverso il calcio è riuscito a socializzare e ad integrasi con la comunità locale. Nella squadra di Pisciotta ha trovato una seconda famiglia.«"Non possiamo accettare in silenzio quello che è accaduto - ribadisce il presidente - siamo una comunità accogliente e aperta. Nelle nostre località costiera da anni vivono e lavorano molti immigrati. Fanno tutti parte delle nostre famiglie. Per cui come presidente della società sportiva ma anche come vicesindaco del mio comune andrò avanti per accertare eventuali responsabilità di quanto accaduto. È nostro dovere come comunità prime e società sportiva dopo condannare ogni forma di violenza».

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