Reddito di cittadinanza,
i furbetti della truffa a processo

Reddito di cittadinanza, i furbetti della truffa a processo
di Nicola Sorrentino
Mercoledì 14 Aprile 2021, 06:20 - Ultimo agg. 12:26
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Percepivano il reddito di cittadinanza da mesi, qualcuno anche da un anno intero, fino a quando la guardia di finanza non scoprì il raggiro, costato ora a tre persone residenti nell’Agro nocerino sarnese un processo con l’accusa di truffa ai danni dello Stato. Questa è la contestazione della Procura di Nocera Inferiore per tre persone, con la formula del giudizio immediato, che in determinati periodi temporali, avrebbero percepito il reddito di cittadinanza non avendone però i requisiti. Nel caso dei tre, originari di Nocera e residenti tra Sarno e Scafati, non si trattava di falsi dati sulle proprie condizioni reddituali, inseriti allo scopo di percepire il contributo economico. Ma di aver omesso la loro condizione di condannati e di interdizione dai pubblici uffici. Tutti e tre infatti, secondo le indagini, nelle loro istanze inviate all’Inps - individuato quale ente erogatore e parte offesa - avrebbero omesso di dichiarare che erano stati raggiunti da una pena accessoria, con contestuale interdizione dai pubblici uffici. Un dato, questo, rilevante ai fini dell’erogazione del medesimo beneficio. In questo modo, gli imputati avrebbero indotto in errore l’ente erogatore, riuscendo ad ottenere il reddito di cittadinanza. Per il primo degli indagati, la somma percepita indebitamente fu quasi di novemila euro, comprensiva di un periodo che andava da giugno 2019 a novembre 2020. Per il secondo, di oltre dodicimila euro, con periodo compreso tra maggio 2019 e gennaio 2021. Il terzo ottenne invece un contributo assistenziale di seimila euro, per un anno esatto, dal 27 gennaio 2020 a quello successivo. Le somme furono poi sottoposte a sequestro, a seguito di un’inchiesta della Procura di Nocera Inferiore, dopo che la guardia di finanza ravvisò le omissioni nelle istanze dei tre. L’aver omesso un provvedimento del tribunale nella dichiarazione all’Inps è risultato fatale, una volta che l’autorità giudiziaria era giunta alla fase di riscontro.

Il lavoro investigativo della Procura nocerina, proprio riguardo il contributo economico, aveva già visto mesi fa ulteriori operazioni di sequestro, nei riguardi di persone che avevano invece - a differenza degli attuali tre - documentato un patrimonio immobiliare diverso da quello reale.

Un 60enne, ad esempio, non aveva inserito una serie di terreni di sua proprietà. In un’operazione ancor più recente dei carabinieri, invece, era stato scoperto che almeno 10 dei 24 redditi di cittadinanza erogati, furono destinati - pur senza averne diritto - a persone residenti nel comune di Pagani. Il totale dell’operazione si aggirava intorno ai 50mila euro complessivi, insieme ad ulteriori posizioni di residenti nella Piana del Sele. Per i tre attuali imputati ci sarà ora il giudizio immediato dinanzi al gip. Gli elementi raccolti nei loro confronti sono stati ritenuti schiaccianti e gravemente indiziari, al punto da saltare il vaglio del giudice in udienza preliminare. 

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