Salerno, residence a luci rosse
confessione dei clienti

Salerno, residence a luci rosse confessione dei clienti
di ​Petronilla Carillo
Sabato 19 Novembre 2016, 07:10 - Ultimo agg. 10:55
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Sarebbero al momento soltanto due le persone denunciate dai carabinieri della compagnia Salerno per la vicenda del residence Arechi, in via Madonna di Fatima a Pastena, trasformato in casa per appuntamenti a luci rosse. Si tratta del proprietario e gestore della struttura e della addetta alla reception. I militari del maggiore Paolo Rubbo e del tenente Bartolo Taglietti stanno proseguendo con le indagini per capire se i due abbiano effettive responsabilità nell’organizzazione del giro di prostituzione, se erano a conoscenza di cosa accadeva in quei tre appartamenti ora sottoposti a sequestro oppure se erano completamente ignari di tutto. Per le tre escort, due brasiliane ed una napoletana, invece, non è stato preso alcuni provvedimento. Una di loro, quando nella nottata tra martedì e mercoledì i militari hanno fatto irruzione, era in compagnia di un cliente che l’aveva opzionata fino a giorno. Altri due uomini erano invece da poco usciti dal portone: anche loro sono stati fermati e pregati di seguire i militari in caserma, dove sono stati poi interrogati. E sono stati proprio loro a fornire i primi riscontri. Anche sul tarriffario delle prestazioni: mai inferiori a cento euro, spesso anche 250. Una cifra alla quale, stando ad una prima ricostruzione dei fatti, deve sommarsi il pagamento della stanza, lo champagne e qualche altro cadeau alle ragazze. Ovviamente il prezzo variava a seconda anche delle prestazioni richieste e del tempo opzionato dal cliente. 

Una clientela d’élite, composta in gran parte da professionisti e personaggi in vista del centro di Salerno. Persone disposte a pagare per un incontro di sesso diverso, aiutato talvolta dall’utilizzo di giochini sessuali e dall’uso del viagra. Cose trovate all’interno delle stanze e sottoposte a sequestro dai carabinieri insieme ai preservativi. 

Le indagini sarebbero però soltanto alle battute iniziali e il blitz dei carabinieri segue una serie di appostamenti avvenuti nelle scorse settimane per trovare conferme alle segnalazioni dei cittadini. Gli inquirenti hanno le bocche cucite ma il sospetto è che dietro i controlli di ieri ci sia molto di più: un giro di prostituzione di alto borgo che coinvolgerebbe diverse strutture cittadine in più quartieri. La titolare delle indagini, il sostituto procuratore Elena Guarino, in queste ore sta studiando le relazioni dei militari dell’Arma per valutare il prosieguo dell’attività investigativa.

Una inchiesta, questa,che potrebbe aprire uno squarcio nel perbenismo provinciale della cittadina. E portare alla luce una serie di situazioni «imbarazzanti». Ma non solo. Dietro tutto ciò potrebbe esserci una organizzazione che si occupa della gestione del sesso a pagamento un po’ come avvenuto qualche anno fa quando nel mirino della Procura finì l’hotel Italia. Ci sarebbero altri posti all’attenzione degli inquirenti. Almeno altre cinque strutture «sospette». Si spera che proprio la clientela delle tre donne possa dare un contributo importante alle indagini per capire una serie di meccanismi e di collegamenti. Nei prossimi giorni potrebbero essere sentite altre persone informate sui fatti che potrebbero far luce su una serie di interrogativi che gli investigatori hanno in questo momento. L’obiettivo è cercare di capire se vi sia una organizzazione dedita allo sfruttamento delle prostituzione in appartamento o se si tratti soltanto di cani sciolti.
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