L'«Eroica» di Beethoven all'ombra dei templi di Paestum. Riccardo Muti porta in Campania il tradizionale Concerto dell'amicizia del Ravenna festival, un evento con quale ogni anno si fa ambasciatore di pace in luoghi simbolo. La New York ferita dall'attentato alle Torri Gemelle, Beirut segnata dalla guerra, Gerusalemme divisa tra le tre grandi religioni monoteiste, Sarajevo con i segni degli spari dei cecchini serbi sulle pareti delle case e la biblioteca incendiata. E poi Cairo, Damasco, Teheran, Kiev. Lo scorso anno, Atene, il teatro di Erode Attico ai piedi del Partenone. E, mentre il sovrintendente del San Carlo Stéphane Lissner da tempo ha annunciato di «sognare» di portare il maestro a Napoli, in piazza del Plebiscito, tutto è invece già pronto per Paestum. Il 5 luglio il direttore napoletano dirigerà l'orchestra giovanile Cherubini nel parco archeologico con tanto di ripresa Rai, come è tradizione per le tappe delle «Vie dell'Amicizia», un megaspot internazionale per la regione «Covid free»: Paestum, un luogo emblematico della cultura campana e meridionale, città simbolo della Magna Grecia, l'antica Poseidonia, dove svettano la basilica e i templi dedicati a Nettuno e ad Atena che diventano teatro per Muti e i musicisti della sua orchestra giovanile formata dai migliori elementi selezionati da tutti i conservatori italiani. E se il concertone in Italia in più di vent'anni di storia, aveva avuto tappe a Redipuglia (nel centenario della Grande Guerra), Otranto (ponte verso l'Oriente e approdo di migranti), Trieste (con i presidenti di Italia, Slovenia e Croazia) e Mirandola (colpita dal terremoto del 2012), la scelta di Paestum appare oggi come segnale forte di ripresa della musica, della cultura italiana, del turismo nell'era post Covid-19. Un'ulteriore dimostrazione di affetto di Muti nei confronti della sua terra natìa in un momento così difficile, con l'economia piegata dalla pandemia e il mondo dello spettacolo dal vivo ancora in gran parte paralizzato dalle regole per il distanziamento sociale che prevedono per i luoghi all'aperto non più di mille persone (compresi tecnici e artisti) e 200 al chiuso.
Regole che il Ravenna festival ha messo subito in pratica facendosi capofila del progetto, subito approvato, per riaprire lo splendido spazio della Rocca Brancaleone, la fortezza del XV secolo ai margini della città. Qui il 21 giugno Muti inaugurerà la trentunesima edizione della kermesse di cui sua moglie Cristina è stata da sempre anima e presidente lasciando qualche mese fa le redini dell'organizzazione nelle mani del sovrintendente Antonio De Rosa e della direzione artistica di Angelo Nicastro e Franco Masotti e tendendo per sé solo un incarico onorario. Cosa che non le ha impedito di seguire da vicino le sorti del «Concerto dell'amicizia», evento clou, che quest'anno doveva realizzarsi come un omaggio alla Siria e a Palmira, distrutta dai miliziani jihadisti. Ma sembra che già da fine 2019 fosse partita l'ipotesi Paestum, complice l'ex sovrintendente del San Carlo Rosanna Purchia, da sempre legata al maestro che con lei alla guida del teatro è tornato a dirigere le compagini sancarliane dando vita a grandi progetti, compreso il prossimo «Don Giovanni» di Mozart del 2021 con la regia di Chiara Muti che fa seguito al «Così fan tutte», ultima opera in forma scenica diretta dal maestro in Italia. Ad appoggiare l'idea il presidente della Camera di Commercio di Salerno, Andrea Prete, che ha intuito la potenzialità dell'evento e naturalmente la Regione con il presidente Vincenzo De Luca in prima fila, il quale già nei giorni scorsi in un suo intervento on line aveva annunciato la presenza di Muti a Paestum. Ora il progetto è in fase conclusiva e mancano pochi dettagli all'annuncio ufficiale. Perché se il coronavirus aveva in un primo momento bloccato tutto, proprio la ripresa delle attività ha dato nuovo impulso all'iniziativa con la Campania impegnata nel valorizzare i propri tesori.
Il concerto di Paestum, come tradizione nei «Concerti dell'amicizia», sarà eseguito prima al festival, alla Rocca Brancaleone, il 3 luglio, in locandina la Sinfonia n. 3 in mi bemolle maggiore, op. 55 «Eroica» di Beethoven. Poi la festosa carovana con Muti e i ragazzi della Cherubini si sposterà a Sud dove già il 4 dovrebbe tenersi una prima prova di assestamento sul grande palcoscenico realizzato sullo sfondo dei templi. Il 5, poi, l'evento. Secondo le prime indicazioni, sul palco saranno sistemati come a Ravenna solo sessantadue musicisti, distanziati tra loro almeno di un metro. I fiati saranno circondati da pareti di plexiglas. Il pubblico, mascherina obbligatoria, sarà fatto entrare secondo dei turni che impediranno un forte assembramento. Muti ha in programma anche un terzo concerto a Ravenna, l'11 luglio, con il violoncello solista di Tamás Varga. Nel calendario del maestro, stravolto dalle cancellazioni per il coronavirus, anche il concerto finale del festival di Spoleto, il 30 agosto, mese in cui Muti dirigerà alcuni degli eventi più importanti del Festival di Salisburgo che, seppure con una programmazione limitata, festeggia i suoi cent'anni di attività.
Riccardo Muti tra i templi di Paestum
e il Teatro San Carlo può attendere
di Donatella Longobardi
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Giovedì 28 Maggio 2020, 13:00
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