Rifiuti dalla Tunisia, società esportatrice
e Regione si scaricano le responsabilità

Rifiuti dalla Tunisia, società esportatrice e Regione si scaricano le responsabilità
di Pasquale Sorrentino
Giovedì 7 Aprile 2022, 06:00
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Un intrigo internazionale costoso quello dei rifiuti “italo-tunisini”. E chi dovrà pagare ancora non è chiaro. La Sra, l’azienda esportatrice, ritiene di aver agito nel giusto, rispettando la Convenzione di Basilea e che l’errore è stato della Regione Campania che ha sbagliato il focal point per le autorizzazioni. L’ente guidato da Vincenzo De Luca accusa invece la Sra di aver sbagliato la documentazione e il vice presidente con delega all’Ambiente, Fulvio Bonavitacola, ha parlato di autorizzazioni falsificate, come riferito anche dalle autorità tunisine. Restano però tanti i buchi neri di questa vicenda e che dovranno essere chiariti dall’inchiesta in Tunisia dove i rifiuti sono stati sotto sequestro per un anno e mezzo e dove sono state arrestate altre 12 persone, e dall’inchiesta in Italia condotta dalla Procura di Potenza che per ora ha sul registro degli indagati sette persone. Al di là dei misteri, c’è un dato certo: l’operazione è gravosa per le casse pubbliche. 

Alcune spese saranno addebitate - ovviamente passando per sedi giudiziarie varie - alla Sra, altre invece no. Il solo parcheggio dei 213 container al porto di Salerno finora è costato, approssimando per difetto, 640mila euro. Le autorità portuali salernitane ascoltate dalla commissione parlamentare presieduta da Stefano Vignaroli, che si sta occupando del caso, riferirono, ben prima dell’arrivo dei container che non sarebbero dovuti essere sequestrati al porto per i costi che sarebbero gravati sulle casse dello Stato. Appello non ascoltato. Due giorni fa Prefettura e Procura hanno ribadito il piano della Regione: trasportare i rifiuti nell’area militare di Persano. Rifacendosi al documento di fine febbraio pubblicato da EcoAmbiente, anche i costi di “viaggio” ragguardevoli. Il “Trasferimento eccezionale carrello pesante e messa a terra con sistemazione dei container”, che è andato alla Sic srl di Sesto Campano ha un costo - secondo quanto scritto da EcoAmbiente - di 26.600 euro. Per 18.200 euro, poi, la società ha noleggiato “a freddo” cinque semirimorchi per trasporto container e due trattori stradali alla Ad Logistica srl di Battipaglia. La Natura srl di Casoria, per la somma di 29.131,41 euro, si è aggiudicata il servizio di “Analisi e campionamento” dei rifiuti in questione, mentre il dottor Antonio D’Amico si dovrà occupare del controllo radiometrico sui container per la somma di 4 mila euro.

La Picariello Teloni srl, altra ditta battipagliese, fornirà per 5mila euro, un telone in pvc. Per poter depositare i container, poi, sarà necessario eseguire delle “Prove di carico su piastra” sull’area di stoccaggio, di cui si occuperà la Plp Group srl di Baronissi per altri 5.100 euro.

Ci si comincia ad avvicinare, solo per le spese italiane al milione di euro. EcoAmbiente anticiperà anche «i costi da pagare al vettore navale per il rimpatrio dei rifiuti: la Martine A arrivata a Salerno lo scorso febbraio. In tutto, quindi, EcoAmbiente spenderà oltre 80mila euro, ma alla fine vi sarà un «ribaltamento a carico della Regione secondo modi e tempi indicati nello stipulando Accordo di programma». Queste, per ora, le spese italiane.

C’è poi il fardello tunisino. I container sono stati per circa 500 giorni nel porto di Sousse, un parcheggio assai caro: 27mila euro al giorno. Siamo oltre i 13milioni di euro di spesa. L’Arka, la compagnia turca proprietaria dei container ha citato in giudizio, prima dell’accordo per il reimpatrio, Regione, Ministero e Sra, per circa 10 milioni di euro come risarcimento. La Sra all’inizio dell’accordo con Soreplast, torniamo tra il 2019 e il 2020, ha consegnato come da contratto e tariffe previste una fidejussione da 6,7 milioni di euro. 

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