La Commissione parlamentare Ecomafie sulla questione dei rifiuti Italo-tunisini ha stroncato la Regione Campania sui controllI dei quattro carichi finiti al centro di un intrigo internazionale con inchieste e arresto. Lo si evince dalle conclusioni della Commissione guidata dall’onorevole Stefano Vignaroli. Dopo aver ripercorso quanto avvenuto tra la fine del 2019 e il 2020 con l’accordo tra la Sra, azienda di Polla, e la tunisina Soreplast per il trasporto dei rifiuti (con un risparmio notevole per la ditta italiana), la Commissione è dura nei confronti degli uffici regionali che avrebbero dovuto controllare le operazioni. «Se la Regione Campania - si legge sul report - avesse verificato, come avrebbe dovuto fare, che nel sito web della Convenzione di Basilea sono indicate le autorità competenti di ogni Stato che vi aderisce e che per la Tunisia il funzionario indicato appartiene alla Direzione generale per l’ambiente e la qualità della vita tutto questo non sarebbe accaduto». I tecnici regionali - ascoltati in commissione - vengono quindi accusati: «La negligenza dei funzionari della Regione Campania è andata anche oltre, poiché, indipendentemente da quale fosse stata la corretta autorità competente tunisina, se i funzionari regionali avessero svolto con meno superficialità l’istruttoria per la spedizione transfrontaliera, si sarebbero facilmente accorti che il rifiuto CER 191212, per cui la Sra chiedeva l’esportazione con destinazione recupero, in realtà non era affatto recuperabile, come evidenziavano i documenti relativi all’autorizzazione dell’impianto di Polla, che la stessa regione Campania aveva rilasciato circa un anno prima alla Sra per svolgere l’attività a Polla».
Sul caso c’è un inchiesta della Dda di Potenza e sono 7 gli indagati, nessuno di loro lavora per la Regione.