Rifiuti dalla Tunisia nel porto di Salerno
parcheggiati in attesa dei giudici

Rifiuti dalla Tunisia nel porto di Salerno parcheggiati in attesa dei giudici
di Pasquale Sorrentino
Domenica 27 Febbraio 2022, 12:00
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La Corte di Cassazione ancora non si è espressa su quale Procura, tra Salerno e Potenza, sia competente per le indagini sui rifiuti tunisini. Tale decisione sarà fondamentale anche per sciogliere quali tra i magistrati lucani o del capoluogo dovranno decidere dove stoccare i container - per ora parcheggiati nel porto di Salerno dopo lo sbarco dalla Martine A - per la successiva caratterizzazione. L'area militare di Persano era stata scelta da Regione e Provincia prima dell'intervento delle Procure e il sequestro, e potrebbe comunque essere la prescelta per trasportare i rifiuti. Proprio nel tentativo di scongiurare questa ipotesi è prevista per questa mattina la manifestazione nei pressi della rotonda di Borgo Carillia a Serre a poche centinaia di metri dall'area militare di Persano. La chiamata alla protesta arriva dalla società civile e dalle amministrazioni della Piana del Sele che hanno fatto quadrato contro l'arrivo dei container. Si tratta - occorre ricordare - di 213 contenitori pieni di rifiuti 191212, resti di rifiuti lavorati, partiti tra il maggio e il luglio del 2020 dal porto di Salerno, esportati dalla Sra, azienda con sede legale a Polla che aveva «preso» un contratto tra la Ecomanagement, azienda calabrese, con la Soreplast, impresa - è emerso dopo - quasi fantasma.

La magistratura tunisina è intervenuta nell'estate del 2020 dopo lo scarico dei primi container e sequestrato, nel porto di Sousse, i restanti 212 per irregolarità nelle autorizzazioni. Si è parlato di documentazioni false - concetto più volte ribadito dalla Regione - anche se uno dei nodi sempre evidenziati dal governo tunisino è stato l'errore nell'iter per chiedere l'autorizzazione. I tecnici regionali hanno sbagliato il focal point tunisino e chiesto le autorizzazioni all'Anged - su conferma del consolato di Napoli - invece di interloquire con il ministero dell'Ambiente. La Regione ha sempre riferito - anche in Commissione parlamentare sulle Ecomafie - che hanno seguito le indicazioni della Sra (che inizialmente aveva indicato un'altra agenzia). La consigliera regionale Maria Muscarà nel corso della sua battaglia politica per fare chiarezza sull'intrigo internazionale ha anche richiesto - e ottenuto - di sapere quante autorizzazioni di trasporto internazionale di rifiuti erano state concesse dalla Regione nel corso degli ultimi cinque anni.

Nelle decine di dossier autorizzati è spuntata anche una a un'azienda casertana in Tunisia.

In un documento del 2018 nel quale si chiedeva contezza dei rifiuti tessili al focal point giusto. Sarà questa un'altra carta che soprattutto la Sra potrebbe utilizzare nel braccio di ferro con la Regione anche per quanto concerne i costi in essere per l'intera operazione tra spesa per la sosta dei rifiuti in Tunisia (27mila euro al giorno), spese di ritorno (diverse centinaia di migliaia di euro), citazione dell'Arkas, compagnia proprietaria dei container (10 milioni di euro) e altre voci ancora da quantificare. 

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