Rifiuti dalla Tunisia, c'è l'ispezione
e scattano sette avvisi di garanzia

Rifiuti dalla Tunisia, c'è l'ispezione e scattano sette avvisi di garanzia
di Pasquale Sorrentino
Mercoledì 30 Marzo 2022, 06:10 - Ultimo agg. 08:20
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Sette persone indagate, nessuna collegata all'ente Regione, e assenza di pericolosità (e anche di residui ospedalieri) nei rifiuti stipati nei container parcheggiati al porto. Questo è emerso dalla giornata di ieri che ha visto i controlli della Procura di Potenza su 33 dei 213 container tornati dalla Tunisia dopo il lungo sequestro.

Ora si preparerà il trasferimento dei rifiuti nell'area militare di Persano, come previsto in caso di non pericolosità dei rifiuti, e anche se non trapela ancora nulla sulla data, già da domani potrebbero prendere via le operazioni.

Tornando alle indagini: sette persone risultano, allo stato attuale, iscritte sul registro degli indagati per il traffico di rifiuti internazionali italo-tunisini. Alcune erano già note: tre componenti della famiglia Palmieri proprietaria della Sra e l'amministratore delegato della stessa azienda con sede a Polla che ha esportato i rifiuti in Tunisia. A loro si aggiungono due intermediari tunisini e un broker calabrese, Paolo Casadonte, il quale ha interessi a Sousse dove i rifiuti sono sono arrivati e sequestrati. Da una mail inviata alla Sra il 27 gennaio 2021 risulta che l’affare tra la società calabrese Eco Management spa (che poi avrebbe ceduto il contratto alla Sra) e la tunisina Soreplast "sia stato concluso per il tramite dell’intermediazione" di Paolo Casadonte.

Per ora non ci sono indagati tra i tecnici regionali che hanno concesso l’autorizzazione al trasporto internazionale di rifiuti – in modo errato secondo la Magistratura tunisina – tra il maggio e il giugno del 2020 né nella Eco Management. Intanto ieri la Procura di Potenza , compente sul caso, ha avviato, attraverso i periti e le forze dell'ordine i controlli sui rifiuti stipati dentro i 213 container provenienti dalla Tunisia che da oltre un mese stazionano nel Porto Commerciale di Salerno in attesa di essere trasferiti. Poco prima delle 14 di ieri il magistrato lucano, Vincenzo Montemurro è arrivato al porto con i Noe, i periti della Procura, i vigili del fuoco di Salerno, e alla presenza dei tecnici di parte ha fatto aprire i container parcheggiati al porto. Ad eseguire le analisi su una parte delle 6.390 tonnellate di rifiuti e per verificare l’assenza di materiali nocivi e pericolosi, diversi mezzi e uomini dei vigili del fuoco tra cui quelli del Nucleo NBCR, un gruppo speciale chiamato ad intervenire in situazioni eccezionali come quelle nelle quali esiste un fondato pericolo di contagio da sostanze nucleari, biologiche, chimiche o radiologiche che possano provocare danni a persone animali.

La prima ispezione esterna è avvenuta su 33 container aperti per verificare l’eventuale presenza di emissioni pericolose, siano esse da gas, da radiazioni o percolato. Tutti gli esami hanno dato esito negativo ed è stata esclusa la pericolosità dei rifiuti contenuti nei container aperti, gli stessi verranno nuovamente chiusi e sigillati per essere trasportati a Persano. Non sono emersi rifiuti ospedalieri e resti sanitari. Non è stato aperto il container numero 213, quello risultato in più rispetto a quanti previsti al porto di Salerno e che potrebbe contenere combusto di rifiuti. Questo trapela dalle analisi di ieri avvenute in una zona chiusa del porto. Considerata la non pericolosità dei rifiuti, ora si preparerà il loro viaggio verso la Piana del Sele. Una volta giunti nella zona militare ne verranno scelti una settantina a campione. Questi ultimi verranno trasferiti in un sito idoneo per la caratterizzazione.

Gli altri resteranno chiusi e sigillati fino al termine della procedura nell’area di Persano dove sarà garantita una rigida sorveglianza. Al termine di queste operazioni verrà decisa la destinazione finale di smaltimento che, ovviamente, dipenderà dalla natura, a quel punto accertata, del contenuto dei container. Se effettivamente il codice Cer 19 12 12 sarà confermato verranno portati a smaltimento in impianto per l’indifferenziato. Altrimenti si provvederà diversamente. I sindaci della Piana del Sele sono comunque sul chi va là e potrebbero protestare per la piega che sta prendendo la situazione.

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