Rifiuti dalla Tunisia, i sindaci del Vallo
a Potenza per dire «no» ai containers

Rifiuti dalla Tunisia, i sindaci del Vallo a Potenza per dire «no» ai containers
di Pasquale Sorrentino
Giovedì 24 Marzo 2022, 06:25
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Potrebbe essere lunedì il giorno buono per la caratterizzazione dei rifiuti “italo-tunisini” all’interno del porto di Salerno. Si stanno ultimando gli ultimi accorgimenti e la data non ancora è ufficiale ma la strada verso questa soluzione pare essere stata intrapresa. Le analisi riguarderanno - da quanto trapela - nove container, con campioni che saranno prelevati dai quattro differenti viaggi verso l’Africa. Si dovrebbe cominciare dal container numero 213, quello in più e non previsto nel carico di ritorno, che potrebbe contenere del combusto, parte dei rifiuti andati in fiamme nell’azienda Soreplast, l’impresa che aveva chiuso l’accordo con l’esportatrice Sra. «Le autorità giudiziarie dovranno spiegarci questo container in più», rispose abbastanza stizzito il vice presidente della Regione Campania, Fulvio Bonavitacola, all’indomani dello sbarco della Martine A. 

Lunedi gli esami sui rifiuti e poi il trasferimento in base al risultato della tipicizzazione, questo anche in considerazione del costo quotidiano dei 213 container al porto di Salerno: circa 15mila euro e quindi occorre accelerare le varie operazioni. Ci sarà anche massima attenzione verso la presunta presenza - da quanto riferito dalla magistratura tunisina - di residui ospedalieri e sanitari. Potrebbero però essere “solo” resti di mascherine. Si vedrà. Nel frattempo si stanno susseguendo gli incontri tra le varie istituzioni coinvolte. A inizio settimana in prefettura, a Salerno, tra magistratura lucana, Regione e amministratori locali. Oggi i primi cittadini dei comuni della Piana del Sele, dove i rifiuti dovrebbero essere stoccati una volta analizzati, saranno in missione lucana. Infatti i sindaci, guidati da Franco Mennella, hanno intenzione di incontrare i magistrati di Potenza che si occupano dell’intrigo internazionale dei rifiuti partiti due anni fa, oramai, da Polla e sequestrati al porto di Sousse in Tunisia per inadempienze nella documentazione e nelle autorizzazioni.

Il prefetto di Salerno, Francesco Russo, è stato tra i fautori della soluzione della caratterizzazione dei rifiuti in porto, così da calmare la popolazione della Piana del Sele, che aveva immediatamente attivato un presidio permanente nei pressi dell’area militare di Persano dove i container erano stati destinati subito lo sbarco. «Bisogna attendere la decisione della magistratura - ha riferito il prefetto Russo al margine di un incontro di ieri -. Noi della Prefettura crediamo molto al dialogo tra le istituzioni in cui c’è anche un elemento di rasserenamento che sarà completo dopo le analisi dei rifiuti che sarà disposto dalla Procura». Chiede calma il prefetto. 

Resta però alta l’attenzione e la tensione dei cittadini della Piana del Sele. Ieri il coordinamento “Salute, Ambiente e Territorio” ha espresso «preoccupazione per l’atteggiamento di arroganza e di reiterato rifiuto di dialogo con i territori, da parte dai rappresentanti della Regione Campania, inevitabile foriero di tensioni sociali, che stigmatizziamo come sbagliato, controproducente, inaccettabile».

Il coordinamento si schiera con i sindaci del territorio e rimarca che «la vicenda rimane avvolta nella più assoluta opacità e scarsa trasparenza. Non a caso è in atto un sequestro di quei containers ed è in corso una inchiesta molto delicata. Chi ha causato questo ennesimo ”pasticcio” ambientale deve risolvere il problema, senza coinvolgere altri territori. Siamo convinti - rimarcano - che la ”caratterizzazione” possa avvenire sul piazzale del porto di Salerno e che, subito dopo, i rifiuti stessi debbano essere avviati alla destinazione definitiva, senza necessità di interessare altre aree. Ogni decisione assunta senza l’intesa con i Comuni, senza coinvolgere i cittadini, ci vedrà costretti ad estendere ed alzare il livello della protesta».

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