Ennesima rissa in carcere. È accaduto al secondo piano della prima sezione, tra italiani e - probabilmente - si è trattato di un regolamento di conti tra fazioni di detenuti. Sulla dinamica sarà ora compito della polizia penitenziaria fare luce e individuare, uno ad uno, tutti in responsabili così da poter adottare i provvedimenti del caso. Intanto tre uomini sono finiti in ospedale. Altrettante le ambulanze chiamate e dirette al vicino pronto soccorso del San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona. Uno dei tre, però, è stato soccorso per un malore. Gli altri due perché feriti durante la sommossa. Dei due, uno è rientrato poco dopo in istituto mentre l’altro è rimasto ricoverato presso la sezione detenuti.
Sulla questione è intervenuto ieri sera il Sappe, il Sindacato autonomo polizia penitenziaria che ha stigmatizzato quanto accaduto. È proprio il Sappe, nella persona del suo segretario nazionale Emilio Fattorello, a raccontare che «si è trattato di un vero e proprio regolamento di conti sfociato in una violenta rissa, tra detenuti salernitani e napoletani.
Di recente, comunica sempre il sindacato, sono state rinforzate le unità in servizio alla polizia penitenziaria ed inviate dal Superiore Ufficio Dipartimentale ma, a loro avviso, «sono ancora insufficienti». Si tratta, per la precisione, di 15 unità con mobilità straordinaria giunte a gennaio di cui 12 assunte in carico, altre 8 verranno invece assegnate entro la prima settimana di giugno ed altre 7 unità arriveranno per luglio, «anche a seguito delle continue vertenze sollevate proprio dal Sappe Campania».
È esattamente di un anno fa la sentenza della rissa avvenuta nel 2019, tra napoletani e salernitani, con la quale sette detenuti sono stati condannati. Si trattò di una vera e propria guerriglia per punire l’affronto subito da un detenuto napoletano pestato da un gruppo di salernitani. Il piano era lo stesso di ieri, la sezione pure. Complessivamente i sette stanno scontando 37 anni di carcere. Anche in quella circostanza, come sempre accade, fu messa a duro rischio anche l’incolumità degli agenti della penitenziaria. Le indagini, in quella circostanza, portarono alla luce come alcuni detenuti, per vendicarsi, cercarono per ben tre volte di sottrarre le chiavi delle celle ai poliziotti.