Roberti: «Vassallo, troppa omertà
E non fu un omicidio di camorra»

Roberti: «Vassallo, troppa omertà E non fu un omicidio di camorra»
di ​Carmela Santi
Giovedì 29 Novembre 2018, 06:30 - Ultimo agg. 09:48
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Un muro di omertà. Sulla morte del sindaco Vassallo troppo silenzio. Chi sapeva non ha mai voluto parlato. Franco Roberti ex procuratore nazionale antimafia torna sulla barbara uccisione del sindaco Pescatore. A più di otto anni dal delitto non c’è ancora  un colpevole. Non ha un volto ne nome l’esecutore dell’omicidio. «Nelle indagini non abbiamo avuto alcuna collaborazione dal territorio» - ribadisce Roberti che all’epoca dei fatti era a capo della direzione distrettuale Antimafia di Salerno. «Quando abbiamo preso in mano il caso ci siamo trovati di fronte ad un muro di omertà, non solo da parte dei cittadini ma anche dalle forze dell’ordine territoriali». 

L’intervento di Roberti è arrivato ieri mattina a Palinuro dove l’assessore regionale alla legalità ha chiuso la quinta edizione del Premio Internazionale Nassiryia per la Pace. «Nelle indagini per far luce su un delitto - ha ribadito Roberti - sono fondamentali le prime ore per arrivare ad identificare il colpevole o i colpevoli. Poi è tutta una strada in salita, la verità si allontana. Nell’omicidio Vassallo proprio nei primi giorni è stato perso troppo tempo, ci sono stati degli errori territoriali, a livello di indagini si poteva fare di più. Quando abbiamo preso noi in mano il caso era troppo tardi». 

Nell’inverno scorso l’annuncio dell’archiviazione. La famiglia  si è affidata all’avvocato Antonio Ingroia. Si va dalla pista cittadina a quella della camorra napoletana, dai piccoli affari locali allo spaccio della droga, al quale il sindaco aveva dichiarato guerra. Roberti prima di congedarsi ha espresso quello che ha definito il suo personalissimo pensiero sul delitto di Vassallo che qualche giorno prima di morire aveva confessato di «aver scoperto qualcosa che non doveva scoprire». «Per me - ha detto Roberti - la morte del sindaco nulla ha a che vedere con la criminalità organizzata, non è un omicidio di mafia o di camorra, potrebbe essere invece legato a qualche malaffare territoriale, probabilmente un investimento locale non condiviso da Angelo. Mi auguro che il colpevole o i colpevoli vengano presto identificati».
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