Da un comune all'altro per vendere
Rolex falsi, denunciato uomo di 60 anni

Da un comune all'altro per vendere Rolex falsi, denunciato uomo di 60 anni
di Nicola Sorrentino
Domenica 6 Dicembre 2020, 16:36
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Da un comune a un altro per vendere Rolex contraffatti: denunciato un uomo di 60 anni. L'operazione è stata condotta dalla Guardia di Finanza, nei riguardi di F.A., con precedenti, trovato in possesso di prodotti contraffatti destinati alla vendita.

La pattuglia delle Fiamme Gialle di Nocera Inferiore, impegnata in un servizio ad Angri, aveva fermato una Fiat 500 guidata dal sessantenne, dopo averne notato la targa estera. Con un rapido riscontro attraverso le banche dati, i militari avevano poi scoperto che l’uomo di Torre Annunziata aveva diversi precedenti di polizia, come quelli contro la persona (tra cui minacce e violenze) ai delitti contro il patrimonio (come il riciclaggio e l’evasione fiscale). Il controllo è quindi proseguito con l'ispezione del contenuto del bagagliaio del veicolo, al cui interno i finanzieri di Nocera avevano trovato, accuratamente nascoste, alcune scatole che, a dire dell’indagato, contenevano materiale informatico. Ma in realtà, all'interno vi era un piccolo campionario di orologi e bracciali di noti marchi dell’industria della moda, quali Rolex, Patek Philippe e Panerai, palesemente contraffatti e tali confermati dal successivo esame. Per impedirne la commercializzazione, i militari hanno provveduto al sequestro della merce che l'uomo pubblicizzava da anni sui suoi profili social Facebook e Instagram, intercettando sempre nuovi clienti. I malcapitati credevano infatti di concludere un affare, considerato che gli accessori erano spacciati per originali, pur essendo venduti a prezzi vantaggiosi.

Il responsabile è stato denunciato a piede libero e rischia la reclusione fino ad otto anni e una multa che può arrivare ai 35.000 euro.

In più, i militari lo hanno segnalato alla Prefettura di Salerno, per essersi spostato in comuni diversi da quello di residenza, incurante dello specifico divieto imposto dalle misure anti-Covid. Per l'indagato sarà così elevata anche una sanzione amministrativa, che può raggiungere un massimo di 3.000 euro.

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