Rubava farmaci mentre lavorava,
nei guai dipendente infedele

Rubava farmaci mentre lavorava, nei guai dipendente infedele
di Roberta Salzano
Giovedì 8 Luglio 2021, 06:45 - Ultimo agg. 21:10
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Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Nocera Inferiore, Giovanni Pipola, ha disposto il divieto di dimora per l’ex dipendente della farmacia Sparano di Angri, il marito e due complici. Ai quattro è stata contestata l’associazione per delinquere, finalizzata al furto e alla vendita fittizia di farmaci. Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per un quinto complice. Complessivamente sedici persone sono state iscritte nel registro degli indagati per concorso in reato e ricettazione. L’indagine è partita dopo la denuncia presentata a novembre del 2019 dalla titolare della farmacia Sparano - rappresentata dai legali Adriano Cafiero e Sabato Moschiano - alla quale i commercialisti avevano esposto l’andamento negativo del bilancio aziendale, nonostante le vendite procedessero in maniera spedita. Un campanello d’allarme che ha fatto sorgere nella titolare il dubbio di poter essere insieme alla sua attività, vittima di sottazioni di prodotti e di denaro. Aspetti, che le attività di indagine effettuate dai militari dell’arma hanno confermato, evidenziando ammanchi ai danni della farmacia di via Cervinia, che dal 2015 al 2018 hanno sfiorato la soglia dei 400mila euro.

Fondamentali per le indagini sono state le immagini dei dispositivi di videosorveglianza attivati all’interno della farmacia e all’esterno, e le intercettazioni telefoniche.

La dipendente storica dell’attività si occupava dell’intera organizzazione col supporto del marito e di altri due complici. Attraverso contatti telefonici e abusando della sua posizione, l’impiegata infedele riceveva richieste di medicinali e altri prodotti che venivano successivamente venduti in modo fittizio a una complice. Quest’ultima, fingendosi cliente, ritirava i beni presentando una prescrizione medica falsa, utilizzando più volte la stessa o una preparata ad hoc dal medico di base. Ai complici venivano consegnati medicinali diversi da quelli richiesti o pagati, non scansionati dal lettore ottico e per i quali non veniva emesso lo scontrino fiscale. Poi veniva sottratto denaro dalla cassa, per simulare il resto. In altri casi è emerso, invece, che era la stessa impiegata a sottrarre i farmaci a fine turno per riporli in sacchi per i rifiuti, che fingeva di gettare. Invece i prodotti venivano ritirati dal marito dall’ingresso sul retro e venduti agli indagati, al prezzo concordato. La dipendente sfruttava anche i clienti della farmacia di cui sapeva di potersi fidare per sottrarre medicinali e altri prodotti, che venivano consegnati dagli stessi al marito e in seguito venduti. Il gip ha fissato per venerdì l’inizio degli interrogatori di garanzia.

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