Salerno, convince il collega del Ruggi a timbrare al suo posto: sospesi i due infermieri

L'infermiera «segnalata» da anonimi ai carabinieri

Inchiesta a Salerno su due furbetti del cartellino
Inchiesta a Salerno su due furbetti del cartellino
di Petronilla Carillo
Martedì 28 Febbraio 2023, 07:18
3 Minuti di Lettura

Tornano i furbetti del cartellino all'azienda ospedaliera San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona. L'attenzione della procura di Salerno si è concentrata su due infermieri, Rosa Izzo di Castellammare di Stabia e Raffaele Caputo di Battipaglia. Secondo la ricostruzione dei carabinieri del Nucleo antisofisticazione e sanità di Salerno, difatti, la Izzo avrebbe ripetutamente chiesto al collega di timbrare per lei presentandosi in reparto soltanto in un secondo momento.

Video

In due occasioni, entrambi giorni festivi, non si sarebbe presentata a lavoro pur risultando presente. Le accuse che sono state mosse ai due, e che hanno convinto il gip Alfonso Scermino, sono di truffa aggravata ai danni dello Stato e inosservanza delle norme sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche.

Per questo motivo è stato disposto, a carico dei due dipendenti infedeli, la sospensione dall'esercizio del pubblico servizio per dodici mesi. La Izzo era stata coinvolta già nella precedente maxi inchiesta che travolse il Ruggi qualche anno fa. I legali dei due indagati, gli avvocati Paolo Carbone e Genserico Miniaci, hanno comunque già presentato ricorso al Riesame producendo atti e documenti a favore dei propri assistiti.


A far scattare le indagini è stata una dettagliata segnalazione giunta, a fine maggio scorso, al Comando tutela della salute di Roma e trasmessa al Nucleo salernitano. Nella stessa veniva indicata l'auto della infermiere, la Izzo, e anche il posto dove solitamente parcheggiava. I carabinieri sono partiti proprio dal parcheggio per controllare l'infermiera, verificando anche la timbratura in ospedale con i passaggi autostradali in uscita ed in entrata dal comune di residenza, Castellammare di Stabia. Quasi una trentina i controlli che avrebbero dato ragione ai sospetti degli investigatori, da giugno ad ottobre dello scorso anno. Il primo è del 10 giugno 2022: il badge registrava che la dipendente aveva effettuato il turno notturno (ingresso ore 21.25 del 9 e uscita 6.47 del 10) ma registrava anche un nuovo ingresso alle 6.47. Quindi, secondo le timbrature, la Izzo non avrebbe mai dovuto lasciare l'ospedale.

Ma i militari erano appostati nel parcheggio ed avrebbero visto arrivare la Izzo alle 7.57 del 10 giugno. Il riscontro è arrivato dal casello autostradale di Castellammare, per il quale la sua auto era transitata alle 7.30 del 10, direzione Salerno. Quindi alle 6,47 - come si legge nella carte del giudice Scermino, l'indagata non sarebbe neanche stata in ospedale. I controlli sono continuati ancora il 13 giugno, il 17 giugno e hanno dato ancora esiti sfavorevoli alla donna, arrivata sempre con quasi un'ora di ritardo. Alle indagini dei carabinieri del Nas si sono poi intrecciate quelle della guardia di finanza che hanno sottoposto la Izzo a controlli tra agosto e settembre. Anche in questi casi - scrive il gip - «la prova era cristallina».

Una volta accertate le irregolarità e capito a quale dispositivo marcatempo la donna era solita timbrare, la procura ha autorizzato l'installazione di tre telecamere per smascherare l'eventuale «complice». È stato così che la telecamera non avrebbe mai ripreso la Izzo anche se la stessa risultava aver timbrato. È stato così che proprio dalle marcature sempre coincidenti di quella della Izzo con quella del Caputo, gli inquirenti sono arrivati ad identificare il suo complice. In particolare, la Izzo risultava sempre aver marcato nello stesso dispositivo di Caputo e sempre su marcatempo diversi d quelli del reparto di appartenenza.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA