Salernitani a strozzo:
sempre più famiglie nelle mani di usurai

Salernitani a strozzo: sempre più famiglie nelle mani di usurai
di Viviana De Vita
Giovedì 3 Giugno 2021, 06:05 - Ultimo agg. 21:21
4 Minuti di Lettura

Hanno chiuso le proprie attività, non possono più contare su un reddito fisso e non riescono nemmeno a pagare il fitto e le bollette. Sono i nuovi poveri, figli dell’emergenza sanitaria che, trasformatasi in piaga economica, ha spalancato la porta agli usurai. A lanciare ancora una volta l’allarme è Annamaria Bruzzese, coordinatrice della sezione di Salerno della Fondazione Moscati – il centro che dagli anni ’90 è al fianco delle vittime del racket attraverso il “Fondo di garanzia antiusura”. «Se fino a poco tempo fa, la maggior parte delle segnalazioni giungevano dall’Agro nocerino sarnese – spiega la dottoressa Bruzzese che con una decina di volontari opera presso lo sportello di via Bastioni a cui si rivolgono le vittime di indebitamenti illegali – ora l’emergenza si vive maggiormente a Salerno città dove il prezzo più alto è stato pagato dai commercianti, molti dei quali sono stati costretti a chiudere la propria attività dopo essersi indebitati». 

Emblematico è il caso di un parrucchiere che, a causa delle continue e ripetute chiusure imposte dalla pandemia, non è più riuscito a far quadrare i conti ed è finito sul lastrico. «L’emergenza sanitaria – prosegue Annamaria Bruzzese – ha messo in ginocchio interi settori facendo aumentare il tasso di disoccupazione: ormai raccogliamo ogni giorno richieste di aiuto da parte di famiglie che sono costrette ad indebitarsi anche per acquistare generi alimentari».

Drammatico è il caso di un imbianchino salernitano che, divenuto vittima di un usuraio, si è rivolto alla Fondazione. «L’uomo, con un’intera famiglia a carico, si è trovato improvvisamente senza reddito: ha chiesto un prestito di seimila euro e così è cominciato il suo calvario. Quando si è rivolto a noi era disperato: gli interessi usurai erano pari a mille euro al mese. Come Fondazione non possiamo concedere prestiti per risanare i debiti “malati” ma siamo riusciti a coinvolgere i familiari della vittima mettendo in piedi una rete di aiuto. Con una colletta abbiamo invece aiutato un commerciante ambulante disperato. Dopo aver verificato la sua situazione, ci siamo resi conto che l’uomo era realmente con l’acqua alla gola: aveva urgente bisogno di danaro ma, senza alcuna garanzia, si sarebbe potuto muovere solo al di fuori dei canali ufficiali finendo così nelle grinfie degli usurai. Il consiglio direttivo ha quindi approvato la sua pratica e l’abbiamo aiutato con la beneficenza. Alla porta della nostra Fondazione – prosegue Annamaria Bruzzese – bussano persone disperate; molte, divenute vittime degli strozzini, non hanno neanche il coraggio di denunciare. Subiscono violenze fisiche, minacce di morte e temono per la vita dei loro figli: grazie ai fondi di cui abbiamo disponibilità, li aiutiamo a ripianare i debiti creando anche una rete di solidarietà attraverso il coinvolgimento delle loro famiglie». 

Se quindi le zone più colpite dall’emergenza fino a poco tempo fa erano le aree a nord e a sud della provincia, ultimamente, a causa della gravissima crisi economica creata dalla pandemia – spiega la dottoressa Bruzzese - «il fenomeno è aumentato anche a Salerno città dove si assiste a un debito sempre più forte non solo per commercianti e titolari di piccole imprese che appaiono sempre più esposti a fenomeni criminali». Sono un centinaio le pratiche ascoltate dai volontari ogni anno e circa un terzo delle persone che si rivolgono alla fondazione, che da poco ha celebrato la nomina del nuovo presidente Umberto Scarano, ha risolto i propri problemi. La percentuale tra l’importo richiesto e quello erogato è inferiore perché spesso le richieste sono superiori a 30mila euro, cifra che per statuto non rientra nei canoni della Fondazione. I volontari infine seguono anche le pratiche che sono presentate in Prefettura per il successivo invio al Commissario antiusura.

© RIPRODUZIONE RISERVATA