Salerno 1943, pronti a restituire i piastrini
dei soldati indossati in II guerra mondiale

Salerno 1943, pronti a restituire i piastrini dei soldanti indossati nella II guerra mondiale
Salerno 1943, pronti a restituire i piastrini dei soldanti indossati nella II guerra mondiale
Giovedì 24 Marzo 2022, 14:25
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Restituire - gratuitamente - i piastrini di riconoscimento indossati dai soldati che combatterono durante la seconda guerra mondiale in Italia o altri oggetti personali a loro appartenuti, è una delle missioni che si pone, già nello statuto, l'associazione Salerno 1943. Tramite il socio Gerardo Capuano, l'associazione è entrata in contatto con Paolo Masucci ed i suoi due figli Vincenzo e Alessandro. I Masucci abitano a Bovino, un piccolo comune in provincia di Foggia, dove la famiglia coltiva dei terreni. Proprio da uno di questi fondi, durante un intervento manutentivo, è emerso un piastrino in acciaio dell'esercito americano. Oltre al nome, Donald Hiram Schuler, vi era stampigliato il numero di matricola 16093043, il gruppo sanguigno (A), la vaccinazione antitetanica per il 1944 (T44) e la religione cattolica (C).

Negli mesi scorsi Alessandro, parlandone con Gerardo, ha affidato all'associazione l'arduo compito di ricostruire la storia che vi era dietro. Tramite il sito Treasure.net ed il prezioso aiuto di alcuni utenti, in primis Alan Price, è stato possibile scoprire che il proprietario del piastrino non era più in vita. L'associazione è riuscita a mettersi in contatto con due dei figli, Paul e Mike. «Siamo venuti a conoscenza - raccontano all'Ansa i soci di Salerno 1943- che Don nacque nel 1923.

Si arruolò poi nell'aeronautica il 14 settembre del 1942 e venne assegnato alla 15th Air Force. Dopo aver conseguito il necessario addestramento, partì da Palm Beach in Florida per l'isola di Trinidad, quindi per il Brasile arrivando, infine, in Africa, nei pressi di Dakar. Da lì fece tappa prima in Marocco e poi in Tunisia arrivando quindi in Italia, a Manduria, il 31 marzo del 1944.

Entrò a far parte, probabilmente come mitragliere, del 726th bombardment squadron del 451st bombardment group. Il suo squadrone volava sui quadrimotori B-24 Liberator e fu dislocato per un breve lasso di tempo a San Pancrazio e, successivamente, nei pressi dell'aeroporto di Castelluccio dei Sauri. Dalle pagine del diario redatto durante il servizio in Italia apprendiamo che prese parte in pochi mesi a numerose missioni di bombardamento su Marsiglia, Alessandria, Parma, Faenza, Piombino, Bologna, Orbetello, Rimini, Venezia e Monaco. Gli obiettivi erano snodi ferroviari, installazioni portuali e fabbriche per la costruzione di aerei Messerschmitt 109. Il 10 giugno del 1944, a causa dell'influenza, fu ricoverato in ospedale e non poté partecipare all'ennesima missione. Quel giorno, il B-24 con cui era solito volare fu colpito e costretto ad ammarare nell'Adriatico.

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Nel suo diario scrisse: «Anderson è annegato; Flint è stato schiacciato dalla torretta dorsale; Mac, Longie e Pete sono venuti fuori incolumi; Sam e Herb hanno subito dei tagli; MacDowell e Wyatt hanno avuto le gambe rotte. La fortuna di Schuler ha prevalso». Dopo di allora fece un periodo di convalescenza a Capri e la successiva licenza a Napoli. Il 16 luglio, dopo il suo periodo a Napoli, fu informato che la guerra per lui era finita. Dopo un periodo di convalescenza a Nashville, fu assegnato a una base dell'aviazione a Reno dove probabilmente terminò il suo servizio militare. Ritornato alla vita civile sposò Alice dalla quale ebbe 7 figli. Lavorò per 50 anni presso la Westinghouse. Nel tempo libero amava giocare a golf. Donald è venuto a mancare il 13 dicembre del 2011 all'età di 88 anni. È verosimile che Donald Schuler perse il suo piastrino durante la permanenza a Castelluccio dei Sauri.

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In quella zona, l'aviazione statunitense aveva allestito una base con una pista di atterraggio. Non sappiamo se Don, proprio in uno di questi campi, perse il suo piastrino o se lo sotterrò volontariamente affinché, a distanza di decenni, la sua storia potesse poi essere raccontata. Quel che sappiamo è che, nel diario, non annotò la perdita. Il piastrino donato in maniera disinteressata dalla famiglia Masucci è stato da noi confezionato e spedito a Saint Petersburg in Florida. La famiglia, commossa nel ricevere il piccolo pezzo di acciaio, ha espresso nei confronti della nostra Associazione e della famiglia Masucci la più grande riconoscenza.

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