Salerno 2026, European Universities Games:
sfida per la pace e la solidarietà tra i popoli

In primo pino il logo, in una stilizzazione di Piazza della Libertà
In primo pino il logo, in una stilizzazione di Piazza della Libertà
di Barbara Landi
Sabato 23 Aprile 2022, 16:25 - Ultimo agg. 20:23
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Passion never ends, la passione non finisce mai”: è lo slogan che accompagna gli European Universities Games (EUG). Salerno ospiterà l’ottava edizione nel 2026. Il conferimento è stato ufficializzato con una cerimonia carica di pathos: tutti in piedi per il Gaudeamus Igitur, l’inno dei giochi universitari europei. In prima fila anche il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, che saluta in inglese gli ospiti internazionali e i vertici dell’Eusa (European University Sports Association), sottolineando i valori della tolleranza e del dialogo essenziali in questo momento.

 

“Good luck, buona fortuna a voi e ai vostri Paesi”, dice De Luca, mentre dalla platea si alza un applauso di solidarietà per il popolo ucraino, rappresentato da Eugene Imas, rettore della National University of Physical Education and Sport of Ukraine. «Siamo davvero onorati di ospitare a Salerno e nella nostra regione questo straordinario evento di sport, cultura e scambio umano, in continuità con le universiadi 2019 – afferma De Luca - Salerno è stata centro della cultura occidentale, qui si è formata la prima università, il primo Studium in cui si faceva ricerca su medicina, filosofia, diritto, simbolo del multiculturalismo tra mondo occidentale, arabo ed ebraico. Abbiamo conservato questo spirito di apertura». Salerno2026 ospiterà circa 6mila persone, tra studenti-atleti, allenatori, dirigenti e arbitri, in rappresentanza di circa 500 delegazioni di università europee. «La nostra regione diventerà centro dell’Ue», sottolinea il rettore Vincenzo Loia, che cita Shimon Peres quando dice«“nello sport si vince senza uccidere, in guerra si uccide senza vincere». «Un evento non solo sportivo, ma aggregativo e di contaminazione interculturale. Lo sport è una dimensione integrante dello stile di vita Unisa, leva fondamentale per la crescita e lo sviluppo dei nostri giovani». «Il primo sogno delle Universiadi in Campania sembrava impossibile, invece ce l’abbiamo fatta – prosegue Lorenzo Lentini, presidente del Cus Salerno – Oggi ringrazio per questa nuova fiducia. L’obiettivo è porre Salerno, la città e il campus, al centro dell’Europa. Non solo sport, ma dialogo e crescita per le giovani generazioni”. Sport “che non può esistere senza pace», insiste Antonio Dima, presidente del Cusi. I giochi del 2026 si svolgeranno dal 18 luglio al primo agosto 2026, con eventi di avvicinamento tra Piazza della Libertà a Salerno e Piazza del Sapere in ateneo. Le discipline interessate saranno pallacanestro, badminton, pallacanestro 3X3, beach handball, beach volleyball, calcio, futsal, pallamano, padel, rugby, show dance, sitting volleyball, tennistavolo, tennis e pallavolo. Quindici, inoltre, le sedi individuate per ospitare le competizioni sportive, dai PalaUnisa alla spiaggia di Santa Teresa, dallo stadio Arechi allo stadio Vestuti di Salerno. E proprio a Piazza della Libertà è ispirato il logo di Salerno2026, in una ricerca di equilibrio tra passato, presente e futuro della città, come evidenzia Michele Di Ruocco, direttore del Cus Salerno.

La stilizzazione della piazza, luogo identitario di Salerno, diventa un fiore simbolo dell’università che cresce, mentre i petali esprimono l’inclusione e l’integrazione tra i popoli Ue. La forma riprende l’emiciclo del parlamento europeo, i colori differenti dell’iride racchiudono la bellezza delle diversità e la varietà dei dipartimenti universitari. «Le gare saranno aperte a tutti, atleti normo dotati e non – spiega Di Ruocco – Inclusione, sostenibilità, innovazione, integrazione saranno le parole chiave».

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È ai ragazzi che si rivolge per le conclusione Vincenzo De Luca: «L’Europa in questo momento vive un momento tormentato. Dopo fascismo e nazismo abbiamo imparato la cultura del rispetto. Ora occorre valorizzare la cultura laica scientifica, la scienza sperimentale che afferma la verità oggettiva, attraverso la ricerca sul campo. Questa è l’Europa che voi giovani dovete far vivere, perché è con la cultura laica del dubbio, della tolleranza, del rispetto che cresce la pace. Abbiamo bisogno di voi giovani per trovare la strada del dialogo e della solidarietà tra i popoli». 

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