Salerno nella top ten delle preferenze straniere: aumentano le prenotazioni degli stranieri

L'indagine di The Fork: aumentano le prenotazioni dei tavoli da parte degli stranieri a Salerno

Tante prenotazioni nei ristoranti
Tante prenotazioni nei ristoranti
di Barbara Cangiano
Giovedì 11 Maggio 2023, 06:35
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Andare a pranzo o a cena al ristorante piace. In particolare agli stranieri, grazie ai quali Salerno rientra nella top ten di The Fork, una delle principali piattaforme per le prenotazioni on line del food&beverage, registrando un più 48,4 per cento dopo Messina (più 93,7% per cento) e Siena (più 50,8 per cento). Rispetto allo scorso anno, la piattaforma ha evidenziato un incremento generale delle prenotazioni online del più 14,4 per cento e del più 57,1 per cento se si rapportano i dati attuali a quelli di aprile 2019, precedenti alla pandemia. Gli analisti sottolineano che prendendo in esame le prenotazioni di aprile 2023 e rapportandole a quelle di marzo dello stesso anno, risulta evidente come le aree turistiche e stagionali siano quelle con una variazione particolarmente positiva delle performance. 
I COMMENTI
I dati non sorprendono Enzo Savani, delegato cittadino di Confcommercio e ristoratore: «Abbiamo lavorato tutti molto bene e, se non fosse per il maltempo degli ultimi giorni, questa scia positiva avrebbe continuato a dare i suoi frutti – spiega – L’amministrazione comunale ha messo in campo delle valide strategie che hanno confermato il ruolo di Salerno come città turistica. Adesso sta a noi cogliere questa importante sfida ed attrezzarci nel migliore dei modi, perché sono convinto che i grandi flussi che sono finora giunti, tenderanno a crescere ancora nei prossimi mesi. Del resto la risalita era iniziata nel 2019, poi tra Covid e guerra siamo stati costretti a uno stop forzato. Adesso – continua – bisogna rieducare tutti i commercianti e fare in modo che l’offerta sia sempre alta, di qualità e capace di soddisfare la domanda. Con questo non dico che dobbiamo trasformarci in chef stellati, anzi. Sono pochi i turisti a caccia di queste esperienze, la maggior parte di loro preferisce invece dei locali tipici, dove gustare cibo genuino in un ambiente che li sappia accogliere. Non mi invento nulla di nuovo: basta andare in costiera amalfitana e copiare da chi ha più esperienza nel settore». 


L’ANALISI
Stando all’analisi di The Fork l’incremento riguarda tutto il settore: dalle osterie di cucina regionale alle pizzerie, fino agli agriturismi e alle cucine più ricercate. Per il periodo considerato il 15 per cento delle prenotazioni totali effettuate in ristoranti italiani è ricollegabile al turismo internazionale, in particolare a francesi (17 per cento) e inglesi (15 per cento), a cui si accodano a pari merito svizzeri, spagnoli e tedeschi (tutti al 10 per cento). «In termini qualitativi - commenta Carlo Carollo, country manager di TheFork Italia - vediamo che i consumatori non si recano al ristorante semplicemente per consumare un pasto, ma al contrario desiderano sempre più vivere esperienze gratificanti e di valore, e questa è un’opportunità enorme per la ristorazione». Ne è convinto anche Pasquale Giglio di Confesercenti: «Gli elementi per una rinascita ci sono tutti e superano anche le aspettative. Ora occorre fare uno scatto che passi per il cambiamento della mentalità degli operatori del settore. Guardiamo il modello di Napoli, dove ormai tutti sono aperti 24 ore al giorno. Non dico che a Salerno, Caserta, Benevento o Avellino le condizioni siano le stesse, ma è impensabile pensare di continuare a chiudere nella fascia oraria 13-16. Il commercio non funziona per compartimenti stagni. Se l’abbigliamento o le calzature si concedono queste lunghe pause, non beneficiano dei visitatori non solo i diretti interessati, ma anche baristi e ristoratori che restano con le serrande alzate. A breve presenteremo un progetto con l’amministrazione comunale che prevede la realizzazione e la diffusione di QR-code relativi a venticinque siti di interesse storico-artistico tra i crocieristi, a partire da quelli che saliranno a bordo delle sessanta navi di Msc, previste fino a novembre. È un modo per incentivarli a restare in città ed è per questo che non ci siamo tirati indietro di fronte a questo investimento».

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