Venerdì 2 settembre alle ore 19:00, apre al pubblico la mostra di Armando Cerzosimo. Appunti per un’iconografia della canzone, promossa ed allestita nell’ambito della seconda edizione della rassegna “Visionnaire22, narrazioni tra cinema documentario e teatro”. La mostra, curata da Massimo Bignardi direttore del Museo-FRaC, propone un repertorio di immagini tratte dall’archivio del fotografo Armando Cerzosimo: un repertorio che attraversa i luoghi della musica, ovvero che si fa da guida immaginativa ai personaggi, alle scene, alle trame dei docufilm proiettati nel suggestivo scenario della terrazza degli aranci.
«La scelta di affiancare, alla seconda edizione della rassegna Visionnaire – evidenzia Gianfranco Valiante sindaco di Baronissi – una mostra di opere dell’artista fotografo Armando Cerzosimo, penso che risponda pienamente a quanto, negli anni, abbiamo costruito e reso ‘carattere’ dell’azione del Museo-FRaC. La multidisciplinarità, il far convergere e porre in dialogo più e diverse forme dei linguaggi della creatività è una priorità che ha caratterizzato il nostro operato. Cerzosimo in questa meravigliosa sequenza di immagini, ci porta in giro nelle città dell’Europa, di quella libera, ove musica, ‘visioni’, memorie si fondono». In mostra, sedici fotografie di grande formato disegnano le tracce di un viaggio tra luoghi che sollecitano la memoria, accompagnandola, nello spazio dei ricordi con la silenziosa armonia di una melodia francese, del suono delle elettriche londinesi, del canto che sale dal Tago.
«In questo tempo della mia vita – rileva Cerzosimo –, utilizzando i nuovi mezzi di comunicazione, mi ritrovo a ricorrere, spesso, al termine #visione#, accostandolo al mio lavoro di fotografo.
Sono immagini, osserva Bignardi, «che ripropongono nella nostra mente luoghi che fanno da scenografia alle tante canzoni a’stipate’ nella memoria; vere e proprie ‘colonne sonore’ della nostra vita. Cerzosimo ha incontrato, nel corso degli anni, la Londra dei Beatles, la Parigi con le strade che ascendono a Montmartre fino a Place du Tertre con l’aria bohemien di Aznavoir oppure il lungo Senna avvertendo l’eco delle canzoni della Piaf. Vale anche per la Roma di Moriconi, di Venditti con ‘il Cupolone’, la Genova di De André e dei cantautori della nostra generazione, oppure la Sicilia, Nicosia, Siracusa fermando spazi e figure, come fossero un solo luogo. La fotografia di Cerzosimo, in particolare quella in bianco e nero, lascia trasparire la sua innata capacità di guardare oltre la dimensione delle cose reali, di lasciare lo sguardo libero di incontrare la ‘visione’, vale a dire quel connubio tra l’emozione, sensazione propria di un incontro improvviso e, al tempo stesso, il trasporto del ricordo che la memoria ci consegna».