Salerno, il caffè de' Mercanti
ritrova le sue origini: «Libri e bevande»

Il caffè de' Mercanti ritrova le sue origini

Salerno, il caffè de' Mercanti ritrova le sue origini: «Libri e bevande»
di Salerno, il caffè de' Mercanti ritrova le sue origini: «Libri e bevande»
Lunedì 2 Maggio 2022, 07:00 - Ultimo agg. 17:01
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xDa qualche tempo le sue porte erano sbarrate e in molti temevano che uno dei locali più antichi del centro storico avesse chiuso definitivamente i battenti. Perché il Caffè dei Mercanti non è solo un bar, un semplice luogo di ritrovo dove bere un caffè o sorseggiare un aperitivo, ma un tassello del cuore antico della città che, dagli anni Sessanta in poi, ha ospitato tanti artisti ed intellettuali, dal presidente Gorbaciov accompagnato dall'allora sindaco Vincenzo De Luca alla senatrice Susanna Agnelli con l'ex presidente della Provincia Alfonso Andria, dagli artisti Mario Carotenuto, Peter Willburger e Paolo Signorino ai poeti Alfonso Gatto ed Edoardo Sanguineti. L'elenco è lunghissimo, perché in quel locale all'apparenza angusto, abbracciato di legno e vecchie fotografie, dove tutto odora di antico, si sono seduti tutti: il giornalista Mario Perrotta, il notaio Mario Gentile, i fotografi Raffaele Venturini e Giovanni Liguori, Peppe Barra accompagnato da Peppe Natella al termine dei suoi spettacoli, il giornalista Antonio Ghirelli con gli esponenti del circolo La Scacchiera di via Botteghelle.

Più di sessant'anni di storia e di storie che rischiavano di essere cancellate con un colpo di spugna, dopo che l'ultima proprietaria, Margherita Felici, aveva deciso di cedere le armi.

A recuperare il gioiellino del cuore antico della città, ci ha pensato Enzo Savani che, in un post su facebook, ha annunciato che da venerdì lo storico bar è entrato ufficialmente a far parte della famiglia nata con le celebri Specialità bavaresi e oggi nota per l'Osteria dei Mercanti. Una dirimpetto l'altra, le due strutture si guarderanno in un dialogo che strizza l'occhio a salernitani e turisti, per offrire dalla colazione al dopocena un'accoglienza di tutto rispetto. «Più che un'operazione imprenditoriale è stata una decisione presa con il cuore, perché non potevano permettere che lo storico caffè dei Mercanti andasse a finire nelle mani di chi non rispetta la sua storia».

È il primo agosto del 1966 quando il bar inaugura nell'allora cuore pulsante della città, con al timone Carmine Rossi detto Nino, anima della struttura per circa trent'anni. Un atto dovuto, racconterà, dal momento che suo padre Antonio, nel 1936, era stato il timoniere de Il re del caffè, spazio che sorgeva pochi metri più avanti. Come dire, la tradizione era nel Dna ed il sogno nel cassetto non poteva non essere realizzato. E così il caffè dei Mercanti, anzi, de' Mercanti, come volle Nino, divenne un'attrazione unica a Salerno anche per i suoi particolarissimi arredi in legno arrivati direttamente da Milano. Qui è nato un inconfondibile caffè freddo che conquistò monsignor Paolo Vocca e il comico Gino Bramieri e qui è nato il cocktail Martini made in Salerno a base di Gin e Martini dry con oliva o buccia di limone, un vero e proprio cult per generazioni trasversali che si sono infilate tra le sue sedute per godere di un'atmosfera rarefatta. Poi, quando don Mimì ha sentito il peso della stanchezza, gli sono succeduti Margherita Felici e Salvatore Cicalese che, appassionati di vino e di buona cucina, erano riusciti a diventare punto di riferimento per tantissimi salernitani con i loro aperitivi del week end, nonché tappa fissa per gli amanti dei brindisi delle feste comandate, come le vigilie di Natale e di Capodanno. Ora, venuto prematuramente meno anche Salvatore, il testimone spetta a Enzo Savani, che promette di voler lasciare intatto lo spirito del luogo per farne un caffè d'elite, uno spazio antico ma al tempo stesso moderno nel cuore della città. «Non abbiamo ancora una data di apertura perché aspetto di trovare il personale giusto a rendere concreto il mio desiderio: recuperare l'identità di un posto storico che non poteva trasformarsi in un dj set o in una cocktaileria qualsiasi - racconta Savani - Dalle ricerche d'archivio questo luogo avrà un centinaio di anni. In origine si chiamava bar Salerno ed era frequentato dalla buona borghesia dell'epoca. Poi è diventato una specie di caffè letterario ed è una vocazione che deve continuare ad avere. Sarebbe ingiusto stravolgerlo. Il mio desiderio? Che possa contribuire a rivitalizzare tutta la zona e a richiamare l'attenzione di chi cerca un'area tranquilla dove bere un the, una cioccolata o un distillato magari leggendo un buon libro». 

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