«Sono stato furbo». Giacomo De Risi si vanta, in una videochiamata con Carlo Pepe, per aver escogitato il sistema di trasporto di 800 grammi di cocaina con una ambulanza della Confraternita Misericordia guidata dal corriere Ignazio Oro (in foto nella pagina accanto). Non sa che i carabinieri del Reparto territoriale di Nocera Inferiore e della tenenza di Pagani li hanno sotto controllo. E così in un frame delle telecamere piazzate dai militari dinanzi alla sua abitazione al parco Serena, dove è ristretto ai domiciliari, riprendono Oro con la tuta da infermiere mentre va a casa di De Risi. È sempre da una conversazione che gli inquirenti captano l'informazione che, all'interno dell'ambulanza, in quel momento, vi era anche un paziente dializzato. È proprio nella spregiudicatezza dei comportamenti, che si riassume l'operazione Delizia (dall'attività commerciale, Delicious, di proprietà del capo promotore del sodalizio, De Risi, e della moglie Raffaela Attianese, vera e propria base logistica per le condotte criminose). Una indagine di ampio spettro partita dalla procura di Nocera Inferiore (sostituto procuratore Davide Palmieri) e che ha poi investito anche la Direzione distrettuale Antimafia (sostituto procuratore Elena Guarino). È proprio il procuratore capo di Salerno Giuseppe Borrelli (alla presenza del comandante provinciale dell'Arma, colonnello Gianluca Trombetti; del comandante del Reparto di Nocera Inferiore; Rosario Di Gangi; e del comandante di Pagani, il tenente Simone Cannatelli) a parlare di «grande collaborazione tra le procure» e di «prove sentinella» raccolte dai colleghi nocerini. Presente alla conferenza stampa anche il procuratore aggiungo Luigi Cannavale.
Trecentocinquanta militari impegnati in diversi zone della Campania ed anche fuori, Valentino Gionta junior, ad esempio, capo della nota organizzazione criminale di Torre Annunziata e fornitore di droga al gruppo De Risi, è stato rintracciato a Milano. Importante anche il contributo dei militari del Elinucleo di Pontecagnano e dalle unità cinofile di Sarno. Ottantaduemila euro i contanti sequestrati nel corso delle perquisizioni, 56 persone arrestate (solo tre sono al momento irrintracciabili) di cui 35 in carcere in esecuzione del provvedimento restrittivo a firma del gip Piero Indinnimeo che ha contestato 107 capi di imputazione. Cinquantotto in tutto gli indagati: 59 se si considera la minorenne per la quale si procede presso la procura dei Minoni. Grande anche il volume d'affari stimato sui cinque milioni di euro all'anno.
Partono dal mese di settembre 2020 e sono state chiuse la scorsa primavera dalla Tenenza carabinieri di Pagani (supportata dal Reparto Territoriale di Nocera Inferiore). Nel mirino, un'organizzazione dedita al commercio, all'ingrosso e al dettaglio, di notevoli quantitativi di sostanze stupefacenti (soprattutto cocaina, crack e hashish) sia nei comuni dell'Agro nocerino sarnese, che in numerosi altri della provincia tra cui Cava de' Tirreni, Amalfi, Battipaglia, Eboli. L'indagine, sviluppata mediante intercettazioni telefoniche e ambientali, attività di osservazione video, analisi di tabulati telefonici, servizi di pedinamento, acquisizione di atti ed accertamenti vari, ha portato alla luce il vasto giro d'affari con acquisti da parte di De Risi ed i suoi direttamente dal gruppo torrese dei Gionta e, precisamente, da Valentino, erede dell'omonino nonno al capo del gruppo torrese. De Risi era a capo dell'organizzazione nonostante fosse ai domiciliari: e a casa riceveva i suoi uomini ed organizzava acquisti e piazze di vendita. Secondo quanto accertato dai carabinieri, l'organizzazione era ben strutturata, si muoveva avvalendosi di una pluralità di canali di rifornimento. Il gruppo utilizzava eccezionali precauzioni nelle comunicazioni, preferendo i canali social ai whatsapp ed aveva anche una serie di sentinelle sul territorio. Erano esperto nella vendita di droga ma detenevano anche armi clandestine, il che la dice lunga sulla pericolosità di alcuni dei componenti.