Tamponi molecolari e non più rapidi per tutti i pazienti da ricoverare. Stanze singole di isolamento nei reparti in attesa dell'esito. Sono le prime contromisure messe in campo dal direttore sanitario del Ruggi per fronteggiare l'escalation di casi dell'ultima settimana, che vedono soprattutto 33 contagi in neurologia. In cardiologia, invece, si reinfetta un sanitario già contagiatosi nella prima ondata di marzo-aprile. Tra i cinque plessi dell'azienda ospedaliera universitaria sono 135 i sanitari attualmente positivi, mentre dall'inizio della seconda ondata se ne contano complessivamente 251. Sono 193, intanto, i nuovi infettati comunicati dall'Unità di crisi.
Il Ruggi corre ai ripari e mette in campo una serie di misure per contenere i contagi, che prevedono, prima di tutto, «l'esecuzione del tampone molecolare per tutti i pazienti che necessitano di ricovero». «Per evitare situazioni di assembramento in pronto soccorso, legate a questa nuova disposizione - si legge nella disposizione del direttore sanitario Anna Borrelli - dopo l'esecuzione del tampone, il paziente potrà essere trasferito in reparto di degenza, dove verrà assistito in stanza singola d'isolamento, fino all'esito del tampone».
Spetta ai primari e ai direttori medici di presidio individuare i locali idonei all'interno di ogni reparto. La contromossa si è resa necessaria dopo l'esplosione di un focolaio nel reparto di neurologia, dove dal 3 gennaio si registrano 17 pazienti, 12 infermieri e 4 medici positivi (ma sono in corso altre verifiche con tamponi). Altri 18 infettati, invece, si contano in cardiologia, con otto infermieri, tre operatori socio-sanitari, due medici e 5 pazienti. Tra questi anche un operatore già risultato positivo nel corso della prima ondata di marzo-aprile. «La disposizione della direzione sanitaria è utile, ma sicuramente tardiva, dopo 11 mesi dall'inizio della pandemia - dichiara Antonio Capezzuto, segretario generale della Fp Cgil Salerno - Da tempo avevamo segnalato numerosi casi di pazienti negativi al tampone rapido fatto in pronto soccorso ma poi risultati positivi al tampone molecolare in reparto, con il pericolo conseguente di focolai tra pazienti e operatori.
Sono 193 i tamponi positivi comunicati dall'Unità di crisi della Regione, di cui ad Amalfi 10, Angri 6, Baronissi 9, Bracigliano 10, Buonabitacolo 2, Campagna 3, Castel San Giorgio 6, Cava de' Tirreni 12, Eboli 6, Fisciano 4, Maiori 6, Mercato San Severino 6, Minori 6, Montecorvino Pugliano 1, Montesano sulla Marcellana 1, Nocera Inferiore 17, Nocera Superiore 4, Pagani 4, Palomonte 3, Pellezzano 2, Pontecagnano Faiano 3, Positano 1, Praiano 23, Ravello 2, Roccapiemonte 2, Sala Consilina 6, Salerno 6, San Pietro al Tanagro 1, San Valentino Torio 2, Sant' Egidio del Monte Albino 1, Sarno 1, Scafati 15, Siano 5, Tramonti 7. Un'altra richiesta di intervento urgente è pervenuta, intanto, ieri mattina, alla centrale operativa della compagnia carabinieri di Salerno, per un paziente covid in gravi condizioni che necessitava immediatamente di una bombola d'ossigeno. Il grido d'aiuto è giunto dai sanitari dell'Usca di Salerno, impossibilitati a far recapitare il dispositivo sanitario dalla farmacia Ippocratica a un paziente residente in corso Garibaldi. È stata immediatamente inviata una pattuglia della sezione radiomobile, che ha provveduto con celerità al trasporto sicuro a domicilio. Non ce l'ha fatta, invece, Angela Marrone, la donna di Caggiano che era riuscita a sconfiggere il covid-19 dopo 143 giorni di ricovero, di cui oltre due settimane intubata. Il cuore della 47enne ha smesso di battere a causa delle complicazioni insorte dopo un intervento chirurgico.