Salerno: scandalo alla Dogana,
​respinte le richieste di patteggiamento

Salerno: scandalo alla Dogana, respinte le richieste di patteggiamento
di Viviana De Vita
Mercoledì 27 Ottobre 2021, 07:54
3 Minuti di Lettura

«Condotte abituali e non occasionali»: il pm respinge i patteggiamenti e il gup dispone il rinvio a giudizio per altri tre imputati coinvolti nell'inchiesta della Procura denominata «Tortuga», che nel maggio 2020, smantellò l'ufficio dogane del porto di Salerno portando a galla una serie di traffici illeciti. Vanno a processo la dipendente dell'Usmaf Rita Santorelli, assistita dall'avvocato Michele Tedesco, e gli spedizionieri Salvatore Caravano e Alfonso Vece rappresentati dagli avvocati Raffaele Francese e Angelo Gesummaria. Gli imputati dovranno presentarsi il prossimo 11 gennaio davanti ai giudici della seconda penale per l'avvio del processo: il procedimento sarà poi riunito al troncone principale che vede a giudizioltri 70 imputati e che proprio ieri sarebbe dovuto aprirsi ma che è slittato per una serie di omesse notifiche. Si è invece registrato il consenso ai patteggiamenti, con pena sospesa pari a un anno e 8 mesi di reclusione, per altri due imputati coinvolti nell'inchiesta rappresentati dall'avvocato Nello Feleppa. La loro posizione sarà definita a dicembre; in quella data saranno giudicati anche gli altri imputati che hanno chiesto di accedere al rito abbreviato.

Sono in tutto 85 gli imputati tra funzionari doganali, funzionari sanitari, spedizionieri doganali, operatori portuali, dipendenti amministrativi e privati accusati, a vario titolo, di peculato, corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio favoreggiamento, falso ideologico, accesso abusivo ai sistemi informatici, ricettazione, contrabbando di tabacchi lavorati esteri e traffico internazionale di rifiuti. Già rinviato a giudizio anche l'allora direttore ad interim dell'ufficio delle dogane Stefano Fasolino accusato di distogliere le attenzioni dell'Autorità giudiziaria sulle eventuali responsabilità dell'ufficio dogane. L'inchiesta, partita da una segnalazione dell'antifrode relativamente ad una partita di tabacchi che sarebbe dovuta transitare per il porto di Salerno ma che, di fatto, non sarebbe mai arrivata fisicamente nei containers diretti in Africa, ha ricostruito il patto corruttivo tra funzionari e privati finalizzato a trasformare il porto di Salerno in un enorme supermarket dal quale poter prelevare gratuitamente tutto ciò che si voleva. Scatole di tonno, uva senza semi, noci, nocciole, meloni: erano sufficienti piccole regalie per abbattere il sistema di controlli e falsificare i verbali nell'ambito di un sistema in cui «i rappresentanti dei controllati spedizionieri e personale ausiliario e i controllori funzionari doganali agivano con unicità di intenti, procedendo disinvoltamente alla falsificazione di verbali così da consentire ai primi di ottenere più celermente la liberazione della merce e ai secondi di rendere meno impegnative le operazioni di controllo».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA