Salerno, Fonderie Pisano, decide
Tar: battaglia sul restyling

Salerno, Fonderie Pisano, decide Tar: battaglia sul restyling
di Giovanna Di Giorgio
Giovedì 9 Maggio 2019, 09:56
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Adesso è tutto nelle mani dei giudici amministrativi. E se è vero che non è la prima volta che a decidere le sorti delle Fonderie Pisano è il Tar, è vero pure che quella di ieri può definirsi «l'udienza madre». Un'udienza di merito che ha visto unificare sei procedimenti relativi all'opificio di Fratte. A battersi, in una lunga udienza pubblica, i due principali contendenti della vicenda: gli imprenditori di via dei Greci e l'associazione Salute e vita. Perché se al vaglio dei magistrati ci sono i procedimenti messi in campo dalla Regione Campania e le risposte fornite dall'azienda salernitana, l'anima della lotta per la chiusura della fabbrica sono i cittadini della Valle dell'Irno. Tuttavia, per sapere come finirà l'ennesimo round di una battaglia logorante bisognerà aspettare un bel po' di tempo. La consapevolezza è, da ambo le parti, di aver fatto il possibile per difendere la propria posizione. Posizioni confliggenti, rispetto alle quali toccherà al collegio stabilire quale prevarrà.

«C'è la necessità di comparare due aspetti rilevanti, l'attività d'impresa da un lato, l'ambiente e la salute dall'altro spiega il legale dei Pisano, Lorenzo Lentini - Noi abbiamo provato a dimostrare che questa impresa deve andare avanti e nello stesso tempo abbiamo fatto tutto quello che la Regione ci ha chiesto per dare la tranquillità massima ai lavoratori e al territorio nel quale l'azienda oggi è proiettata.
 
È evidente che questa è una realtà in via di delocalizzazione aggiunge e quindi tutto quello che stiamo facendo lo stiamo facendo per rendere la nostra attività il più sicura e rispettosa dei valori contrapposti dell'ambiente e della salute nelle more della delocalizzazione». Per l'avvocato Lentini «con il nuovo progetto abbiamo fatto degli affinamenti rispetto all'Aia in corso che abbattono i segmenti di rilevanza sul piano ambientale». Il tutto, nonostante le fonderie siano, appunto, «in una condizione di attesa» rispetto a una possibile delocalizzazione. «Siamo sicuri che tutti gli accorgimenti posti in campo per garantire salute e ambiente nella prosecuzione dell'attività possono rendere tranquillo il mondo che circonda le fonderie». Del resto, sostiene l'avvocato, «è un'azienda i cui dipendenti non hanno mai avuto nulla. Immaginare che possano avere avuto qualcosa all'esterno diventa un po' difficile». E conclude: «Sono sicuro che qualunque sarà la decisione del giudice salernitano sarà una sentenza giusta». Che c'è da avere fiducia nei giudici è l'unico punto d'incontro tra le due parti.

«Ci aspettiamo di vincere ma la questione è aperta commenta Franco Massimo Lanocita, avvocato del comitato - Il collegio ha dato prova della sua assoluta autonomia sulla vicenda sia quando ci ha dato torto sia quando ha dato torto ai Pisano. Quindi abbiamo in esso piena fiducia, al di là delle conclusioni cui perverrà perché vi sarà pervenuto con piena convinzione». Su tutto il resto, invece, è scontro aperto: «Si tratta di capire che carattere si dà al progetto presentato successivamente e che è stato oggetto di conferenza dei servizi. Dal nostro punto di vista non è il revamping sottolinea Lanocita ma un progettino presentato giusto per sciacquarsi la faccia. Il revamping richiesto dal decreto dirigenziale del 2016 chiedeva un progetto molto più complesso, attualizzato alle Bat più moderne, che significa ingenti costi che ovviamente i Pisano non vogliono affrontare anche per un ragionamento coerente con il fatto che vorrebbero delocalizzare. È chiaro che non vogliono spendere soldi su uno stabilimento di oltre 50 anni fa». Fuori dalla discussione, invece, è rimasta la questione della variante al Puc di Buccino che vede contrapposti i Pisano al Comune del cratere. «Su Buccino abbiamo chiesto un merito chiarisce Lanocita - e il presidente ci ha garantito che sarà fatto nel più breve tempo possibile».
 
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