Salerno, liceo Genovesi «espropriato»:
guerra sulle aule tra gli istituti superiori

Salerno, liceo Genovesi «espropriato»: guerra sulle aule tra gli istituti superiori
di Gianluca Sollazzo
Venerdì 30 Luglio 2021, 08:38 - Ultimo agg. 2 Agosto, 21:21
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Ritorno in classe, scoppia la guerra degli spazi in piena pandemia. L'approssimarsi della ripresa delle lezioni accende un problema annoso che riguarda la carenza delle aule per accogliere gli studenti. Un problema che colpisce soprattutto le scuole superiori. A Salerno c'è il liceo Regina Margherita di via Cuomo che attende spazi nuovi per evitare il sovraffollamento. E si aggiunge anche l'Istituto superiore Giovanni XXIII di Torrione. La Provincia, prendendo atto della emergenza aule, corre ai ripari con un provvedimento che scatena la levata di scudi di una terza scuola: l'Istituto superiore Genovesi-Da Vinci.

Con decreto dirigenziale numero 25 a firma del responsabile dell'ufficio edilizia scolastica, Angelo Michele Lizio, la Provincia dispone che dall'1 agosto i locali del quarto piano dell'Istituto Genovesi-Da Vinci siano assegnati equamente al liceo Regina Margherita e all'Istituto Giovanni XXIII. Il liceo Regina Margherita «Versa in condizioni di notevole carenza di spazi, riferiti alle aule didattiche, alle attività laboratoriali e agli uffici, aggravatesi in questo periodo di emergenza sanitaria in cui bisogna assicurare un adeguato distanziamento interpersonale nelle scuole», motiva la Provincia nel provvedimento. Lo stesso dicasi per il Giovanni XXIII che, secondo l'ente, «Necessita di ulteriori ambienti per svolgere in adeguate condizioni di sicurezza le attività didattiche, laboratoriali e amministrative». E, considerato che il Genovesi-Da Vinci «Presenta si legge nel decreto dirigenziale - sovrabbondanza di ambienti rispetto alla popolazione scolastica», sussistono le condizioni «Per poter assegnare parte degli spazi inutilizzati ai predetti istituti». Ma scoppia la guerra degli spazi.

Docenti, famiglie e studenti del Genovesi insorgono. Si dicono «indignati» rispetto alla decisione presa dalla Provincia. «In modo arbitrario e senza alcun confronto viene assegnato l'intero quarto piano della struttura ad altre due Istituzioni scolastiche scrivono in una lettera - Gli studenti ed i docenti del Genovesi Da Vinci già da 5 anni si sono visti privare dei laboratori di Fisica, Chimica, Biologia che allorché messi in parte in sicurezza nel corso dell'anno scolastico 2020/21, oggi vedono precludere il loro utilizzo perché l'accesso e i bagni di servizio al quarto piano saranno occupati da altre due Istituzioni scolastiche, lasciando i laboratori staccati in un'area non messa in sicurezza, il cui secondo lato di accesso è precluso per la pericolosità dei solai di copertura». La guerra degli spazi scoppia in piena estate sullo sfondo della crisi pandemica e della necessità delle scuole di mantenere il distanziamento in vista del ritorno in classe. «In una situazione in cui le difficoltà derivanti dal protrarsi dell'emergenza Covid, si è risposto con un provvedimento che acuisce i disagi che molte volte sono stati rappresentati agli stessi dirigenti e al Presidente della Provincia», aggiungono i docenti del Genovesi.

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«Benché le aule della scuola siano grandi, non possono essere collocati più di 26 alunni rispettando il metro di distanziamento motivano i prof - Con enorme sacrificio l'Istituto ha provveduto a proprie spese a smantellare alcuni laboratori e aule speciali per allocare le sei classi che superavano il limite di 26 alunni, svolgendo lavori che sarebbero stati di competenza della Provincia di Salerno.

Questi sforzi oggi vengono vanificati». Docenti e studenti del Genovesi Da Vinci sono pronti a scendere in piazza. «E' un'assurdità attacca Pina Masturzo, professoressa del Genovesi Da Vinci - Non è questo il modo di agire, non si può pensare di risolvere le problematiche degli spazi scolastici a danno della sicurezza e della didattica. Tantomeno in un momento delicato come questo. Sarebbe il caos, per gli ingressi, gli orari, le esigenze relative all'uso di palestre, laboratori, già così insufficienti. Tre scuole conviventi in un unico plesso solo per tamponare delle criticità che vanno affrontate e risolte come si deve, non così».

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