Sistema Salerno, il manager dalla cella:
«De Luca mi diceva chi votare»

Sistema Salerno, il manager dalla cella: «De Luca mi diceva chi votare»
di Petronilla Carillo e Leandro Del Gaudio
Martedì 26 Ottobre 2021, 23:31 - Ultimo agg. 27 Ottobre, 16:07
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Conferma alcuni passaggi emersi nel corso della misura cautelare che lo inchioda in cella da almeno quindici giorni. Conferma di aver avuto indicazioni di voto da parte del governatore Vincenzo De Luca - parliamo di strategie politiche in vista delle Regionali -, di aver avuto rassicurazioni dal presidente della Regione in merito allo sblocco di una delibera che gli interessava molto da vicino. Eccolo Fiorenzo “Vittorio” Zoccola, nel corso di ben due interrogatori resi dopo essere finito in cella con l’accusa di essere il patron di un sistema malato (quello delle coop di lavoratori nel sociale) viziato da rapporti opachi e condizionamenti vari. Politica, contratti, voti. E agganci di alto profilo. Era questo il mondo che per trent’anni ha gestito, alla guida di coop controllate in modo militare per garantire finanziamenti pubblici, clientele, consenso. Dinanzi ai pm della Procura di Giuseppe Borrelli (e dell’aggiunto Luigi Alberto Cannavale), Zoccola conferma alcuni punti emersi nel corso delle intercettazioni, svelando trame di conoscenze radicate da tempo all’ombra del Comune di Salerno.

È il 22 ottobre scorso, quando gli inquirenti chiedono a Zoccola di un incontro con il governatore De Luca, in occasione dell’inaugurazione della bretella della tangenziale al rione Petrosino: «Confermo che con il De Luca ebbi un fugace incontro visivo.

In quella circostanza, De Luca mi fece cenno che aveva parlato con il sindaco e che tutto era apposto, riferendosi alla richiesta che io avevo fatto pervenire di accelerare l’approvazione della delibera relativa alla pubblicazione del bando successiva al decreto di sequestro del giugno del 2020». 

Indicazioni politiche da parte di un leader di partito al leader delle coop, con una proporzione ben precisa. È il punto in cui si parla di equilibri. Anzi, della frase intercettata con cui Zoccola si proponeva come l’uomo «garante degli equilibri», a proposito dei lavoratori nei rapporti con il Comune, in vista dei vari appuntamenti alle urne: «Cosa significa garantire gli equilibri? Significa fare in modo che tutti potessero lavorare. Nella consapevolezza di tale mio ruolo di interfaccia con il Comune, veniva prestata adeguata considerazione alle indicazioni di voto, che in occasione delle competizioni elettorali, fornivo alle altre cooperative. Ad esempio, l’indicazione del presidente De Luca circa la ripartizione dei voti alle regionali tra Savastano (consigliere regionale attualmente ai domiciliari) e Picarone (consigliere regionale non indagato), nella misura di 70% e 30% fu da me veicolata alle altre cooperative che avrebbero quantomeno dovuto tenerne conto: il rispetto di tali indicazioni faceva parte dell’equilibrio che si doveva garantire».

Seguono riferimenti alle sigle delle coop, a cui Zoccola abbina nomi di assessori comunali, consiglieri, politici, presidenti di commissione, roba che - se fosse vera - confermerebbe la spartizione clientelare di un settore strategico per la vivibilità cittadina, fasce deboli, ambiente. Difeso dal penalista Michele Sarno, Zoccola attende per oggi la richiesta di revoca degli arresti in carcere, in attesa delle verifiche investigative condotte dalla Mobile di Salerno. Ogni gruppo di lavoratori avrebbe il suo sponsor, sembra di capire: «Terza dimensione e “3 SSS” fanno capo a me e i miei riferimenti sono esclusivamente Vincenzo e Roberto De Luca (ribadiamo: non sono indagati, ndr), mentre con Piero De Luca non ho rapporti, perché non c’è affinità». È uno dei punti più delicati, quello in cui Zoccola accusa l’attuale vicecapogruppo alla Camera del Pd di aver dato vita all’interno del Comune di Salerno una sorta di «cerchio magico». Quale potrebbe essere il motivo di una simile ricostruzione? La cesura netta rispetto al presunto sistema Zoccola? Verifiche in corso, in uno scenario in cui la Mobile è al lavoro anche su un altro filone: lo stesso sistema di spartizione di voti e assunzioni si sarebbe riprodotto nelle partecipate nel comune di Salerno, quanto basta a incrociare bilanci, nomi di consulenti e lobby di potere. 

Dopo le Regionali, di sicuro, lo scenario cambia: «Dissi a Savastano che avrebbe dovuto riferire a De Luca che non avrei più fatto campagna elettorale in quanto avevano ridimensionato il ruolo di mio fratello all’interno di una partecipaa del Comune (Salerno Pulita, ndr). Io alle mie coop davo indicazioni di voto». Ma la rabbia di Zoccola, e il passaggio di fronte sul centrodestra che ha lanciato il suo avvocato, Michele Sarno, a candidato sindaco, nasce soprattutto dal fatto che «dopo le elezioni sono spariti tutti». La coop del figlio e del nipote furono fermate e a lui non andava più bene il sistema delle proroghe ma voleva «nuove gare», più sicure per garantire gli appalti sul lungo termine.

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