Luci d'artista a Pasqua:
coro di sì dai negozianti di Salerno

Luci d'artista a Pasqua: coro di sì dai negozianti di Salerno
di Barbara Cangiano
Venerdì 30 Ottobre 2020, 08:13 - Ultimo agg. 12:01
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Sì alle Luci d'artista a Pasqua, o comunque in primavera. Per provare a recuperare le perdite, per scongiurare chiusure, ma soprattutto per illuminare la città di speranza e provare a lasciarsi alle spalle l'incubo del Covid-19. La proposta avanzata da una cordata di albergatori, riunitisi nell'aggregazione Destino Salerno, piace alla maggioranza dei commercianti che, indipendentemente dalle scelte che saranno assunte a livello nazionale e regionale, non fa più affidamento sul periodo natalizio per incrementare vendite ridotte all'osso dopo gli ultimi provvedimenti restrittivi. «Meglio Pasqua che niente - commenta Antonio Ventre dell'associazione I Mercanti del centro storico - Certo vanno ripensate ed occorrerebbe dare alla manifestazione un'impronta diversa. Ma farle adesso sarebbe da irresponsabili».

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La pensa così anche Raffaele Lepore della profumeria Roma: «Mi immagino un Natale con le strade deserte, praticamente né più né meno di quello che sta accadendo ora, quindi riproporle a dicembre, seppure in forma ridotta, non ha alcun senso. Dobbiamo aspettare tempi migliori e legarle ad eventi come il Crocifisso ritrovato o la mostra della Minerva». Resistere è la parola d'ordine per tutti: «Se ci avessero chiusi prima, forse a quest'ora potevamo immaginare di vivere un dicembre migliore, ma allo stato non è così e ci ritroviamo ad accumulare perdite su perdite - spiega Enzo Esposito di Pescheria - Quindi ben vengano Luci destagionalizzate e altre iniziative tese a richiamare persone in città». Favorevole Fabrizio Iannuzzi di Madia e Tondo: «Le mie attività commerciali si trovano all'Irno center, quindi le Luci non hanno mai influito particolarmente sull'andamento degli affari, ma sono convinto che posticiparle sia un'ottima idea, sia per la salute pubblica che per il commercio». Idem per Umberto Scermino della pizzeria Capri: «Una bella boccata d'ossigeno dopo un periodo di sacrifici e di incertezze». Ne è convinto Alessandro Vicidomini dell'Embarcadero: «È però evidente che non potranno durare due mesi e fare da attrattore per migliaia di persone.

Magari si potrebbe ipotizzare di istituzionalizzarle in tutti i week end primaverili. Provo ad essere ottimista, perché in cuor mio so bene che fin quando non troveranno un vaccino sarà difficile uscire fuori da questo incubo».

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Un pensiero condiviso da molti, che non ipotizzano una primavera da liberi tutti come l'estate appena trascorsa. A partire da Fiorenzo Benvenuto, un temerario che sta per inaugurare Umi, il primo ristorante giapponese di piatti caldi della città: «Non sono contrario, qualsiasi cosa possa provare a risollevare l'economia sia benvenuta. Purtroppo però non credo che la primavera porti via il Covid: un'emergenza di questa portata non si risolve in sei mesi». A voler pensare positivo è Gennaro Coppeta di Resilienza: «Diciamo che il successo delle Luci è legato all'atmosfera magica del Natale, quindi estrapolare la manifestazione da questo contesto sarebbe una forzatura. Tuttavia valutare uno slittamento in una fase così delicata non è un'idea del tutto malvagia». La proposta non convince Angela Baldi del negozio di abbigliamento Diva: «Non ha grande senso, mi sa tanto di voler rimuginare sul passato perduto. Invece si potrebbero pensare tante altre iniziative originali, magari diverse dal solito, in modo da provare ad attrarre un turismo più alto e meno mordi e fuggi. Penso a manifestazioni legate al food o alla cultura. Le luci possono funzionare a Natale, a Pasqua avrebbero un che di avvilente». Per Lucio Ronca, presidente Cna, il tentativo andrebbe comunque fatto, anche perché, spiega, «se non si muore di Covid si muore di carestia». Ed è per questo che ieri mattina ha incontrato il prefetto Francesco Russo, in rappresentanza di tremila aziende ridotte al collasso e al momento escluse dalle misure di sostegno previste dal Governo. Proroga della sospensione dei pagamenti relativi alle cartelle esattoriali e rottamazione delle cartelle già emesse nonché sospensione dei pagamenti dei tributi locali, proroga del superbonus al 110% per il settore edilizio, incentivi per coloro che adottano soluzioni digitali e nuovi modelli organizzativi, sono stati i temi affrontati, prima di incassare dal prefetto l'impegno ad un'azione ancora più incisiva nei confronti del lavoro nero.

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