Il Museo dello sbarco chiude,
la memoria smarrita di Salerno

Il Museo dello sbarco chiude, la memoria smarrita di Salerno
di Monica Trotta
Mercoledì 25 Maggio 2022, 07:00 - Ultimo agg. 18:10
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Il Museo dello Sbarco di Salerno chiude per mancanza di fondi. Ad annunciarlo è stato ieri Nicola Oddati, presidente dell'associazione Parco della memoria, anima del museo dedicato alla storia dello sbarco a Salerno degli alleati avvenuto il 9 settembre del 1943.

È l'ultimo tassello di una vicenda che va avanti da anni e che è esplosa a metà marzo. A causa della riduzione delle visite delle scolaresche dovuta al Covid sono drasticamente calati gli introiti della struttura museale che è privata e sopravvive grazie ai biglietti staccati. «Il museo non gode di finanziamenti pubblici, si regge sul lavoro dei volontari e sulle visite - spiega Nicola Oddati, già ordinario di Storia contemporanea e Storia dei partiti all'Università degli studi di Salerno - Ne abbiamo avute cinquantamila di studenti in dieci anni, per fortuna sono riprese a partire da aprile provenienti da varie regioni d'Italia. Le spese e i costi fissi sono ingenti: dobbiamo pagare le utenze e il fitto dei locali alla Regione che ne è proprietaria. Nonostante il valore inestimabile degli oggetti esposti, il museo non è riuscito a diventare un museo di rango regionale, investitura che consentirebbe l'accesso ad una serie di fondi. C'è stato il via libera degli uffici regionali che ha emesso un decreto ad hoc, ma in cinque anni non è arrivato quello della giunta regionale». Oddati non nasconde che se il museo è andato avanti negli ultimi anni è grazie a sue somme personali, quindicimila euro che ha ricevuto per l'allestimento di una mostra al Quirinale da lui destinati interamente al museo.

Un primo momento di crisi è stato vissuto quando un pezzo storico della collezione è andato via: nell'aprile di un anno fa il vagone ferroviario che trasportava gli ebrei ad Auschwitz ed era collocato nel piazzale esterno del museo, è stato trasferito a Bacoli dove si sta allestendo un Museo della Shoah.

Adesso non si riesce ad intravedere nessun futuro. Il 15 marzo l'assemblea dei soci che compongono l'associazione Parco della memoria ha deliberato lo stop; ieri l'annuncio ufficiale messo nero su bianco che l'importante museo, al cui interno è possibile trovare cimeli, fotografie, medaglie, divise dell'esercito tedesco ed americano, è costretto ad alzare bandiera bianca.

Per restare in tema storico, Oddati parafra un passaggio del proclama di Badoglio dell'8 settembre 1943: «Il Museo dello Sbarco nell'impossibilità di continuare la impari lotta contro la soverchiante potenza avversaria non potrà più continuare la propria vita a Salerno». Per la verità qualcosa è successo dal primo annuncio del 15 marzo. La commissione cultura e turismo del Comune ha provato a trovare una soluzione, ipotizzando delle strutture alternative all'attuale che si trova nella zona orientale a pochi passi dallo stadio Arechi. «Ci è stato promesso di tutto e di più - spiega Oddati - Non essendovi stata alcuna risposta abbiamo chiesto spiegazioni e ci è stato detto di rivolgerci al nuovo consigliere alla cultura del sindaco Napoli che incontrato e sollecitato a una riposta è rimasto in perfetto silenzio».

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Chiamato in causa, il consigliere Ermanno Guerra replica così: «Il professore Oddati è stato ricevuto e ascoltato dalla commissione comunale, non capisco la sua sortita, l'amministrazione comunale ha dimostrato il suo interesse e vogliamo cercare una sede idonea. Comprendo la sua impazienza ma non sono possibili soluzioni in brevissimo tempo. Il Comune può avere un ruolo, ma non è l'unico interlocutore, forse saranno necessarie conferenze di servizi». L'ultima possibilità è legata all'iniziativa di due comuni vicini, Capaccio Paestum e Bellizzi, che si sono fatti avanti dicendosi disponibili ad ospitare la collezione. Bisogna fare presto, l'anno prossimo c'è da festeggiare un importante anniversario, l'ottantesimo anniversario dello sbarco a Salerno. 

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