“Salerno danza festival”: un grido
generazionale attraverso il corpo

“Salerno danza festival”: un grido generazionale attraverso il corpo
Giovedì 7 Luglio 2022, 12:30
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Due giorni consecutivi con “Salerno danza festival”, l’evento dedicato ai linguaggi della danza contemporanea attraverso il quale le dimore storiche del Cilento diventano lo scenario di un’edizione in cui pubblico e artisti si incontrano per riscrivere nuove esperienze di senso attraverso i corpi e i luoghi.
Venerdì 8 appuntamento a villa Matarazzo di Santa Maria di Castellabate con la compagnia “Ersilia danza” che mette in scenza “Coppelia” la storia della ragazza dagli occhi di smalto.

«Mi è piaciuta l’idea di lavorare sui due personaggi femminili, Swanilda e Coppelia, la donna reale pervasa di emozioni, accecata dalla gelosia, istintiva e irruente, vittima di ogni possibile fragilità umana, e la bambola meccanica, perfetta, che non può perdere mai il controllo proprio perché è un robot, bellissima e algida», spiega la coreografa.
Interpreti di questo dualismo al femminile sono Carlotta Plebs, danzatrice e coreografa veneziana e Midori Watanabe.
Nella stessa sera, Salerno danza Festival apre uno spaccato sui talenti del territorio, ospitando la performance di “progetto danza”.

Sabato 9 doppio appuntamento al giardino degli ulivi di Ascea: danzano prima i performer di Contart in “Litania” e, a seguire, Excursus in “Due uomini sfiniti”.
Aprono la serata ventiquattro minuti di danza a firma di Matteo Bittante, danzano anche quattro artisti della DanceHaus company junior. Nello scenario naturale del giardino e tra gli alberi secolari i danzatori traducono in passi il grido di una generazione che trascende verso la comunità e l'armonia collettiva, per battersi, ma soprattutto per vivere. Litania è una performance in cui due diverse entità sono in contrapposizione: da una parte l’azione analitica e razionale che spinge l’uomo verso la forma macchinosa delle cose, dall’altra, la spinta emotiva e sensibile dell’istinto. In un incontro e in una lotta per la supremazia, o per una resa, si compie un equilibrio delle due parti, a favore di una sopravvivenza che non eleva le vittime ma loda i carnefici.
Chiude la serata la creazione di Valerio De Vita, che utilizza il linguaggio contemporaneo per raccontare l’alchimia di contraddizioni e complicità tra due persone che porta ad uno stravolgimento interiore.

L’essere umano è nato per vivere e far vivere le proprie emozioni, i propri istinti, attraverso il contatto diretto e indiretto con qualcosa o qualcuno. I gesti completano quello che sono gli allacci relazionali tra due corpi che vogliono vivere in simbiosi quel momento e i loro movimenti ne fanno la storia, creano la cornice per un quadro variopinto di chiaroscuri sempre in continua evoluzione e definizione. Ciò permette di poter cambiare le nostre aspettative, impossibile sapere come si possano evolvere le situazioni.

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