Ucciso come un boss a Pastena,
individuati gli assassini

Ucciso come un boss a Pastena, individuati gli assassini
Lunedì 29 Luglio 2019, 10:09 - Ultimo agg. 12:40
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Svolta nelle indagini dell'omicidio di Ciro D'Onofrio, avvenuto a Salerno il 30 luglio 2017. A conclusione di articolate indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Salerno, la Squadra Mobile di Salerno ha notificato un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti Eugenio Siniscalchi, 28enne gravemente indiziato dell'uccisione. All'indagato è stata contestato il fatto di aver commesso l'omicidio volontario di D'Onofrio, con l'aggravante della premeditazione, commesso in concorso con altro, nonché il delitto di detenzione e porto illegale di una pistola calibro 9 utilizzata per esplodere i tre colpi fatali che hanno causato la morte del giovane per lesioni polmonari e al cuore. Il provvedimento è stato notificato nel carcere di Fuorni, in quanto il 28enne si trova già detenuto per traffico di sostanze stupefacenti.

Secondo il procuratore della Repubblica Vicario, Luca Marini, «si tratta di un omicidio premeditato in quanto gli autori giungono sulla scena del crimine a bordo di un ciclomotore di grosse dimensioni armati di pistola, esplodono i colpi di arma da fuoco e poi si danno alla fuga. Le indagini sono state serrate, condotte con tenacia dalle forze di polizia, dalla Squadra Mobile (sezione criminalità organizzata) di Salerno coadiuvate dalla collaborazione di attività di intercettazione eseguite dal nucleo investigativo dei carabinieri di Salerno. C'è stata una sinergia che ha consentito di risolvere il caso. La vittima conosceva almeno uno dei due aggressori, Siniscalchi; la cosa è confermata dalle analisi dei tabulati telefonici. Sia quest'ultimo che la vittima si conoscevano in relazione all'attività di spaccio di sostanze stupefacenti. Il movente, verosimilmente, riguarda un debito per pregresse forniture di sostanze stupefacenti, ma possono esserci anche altri moventi. Basti ricordare che poco tempo prima dell'agguato, il 30 maggio dello stesso anno D'Onofrio subisce un attentato alla sua abitazione. Lui, preoccupato, dopo poco cambia abitazione. Questo è lo scenario entro il quale si può inserire uno screzio personale per una condotta tenuta dalla vittima nei confronti di una lontana parente dello stesso Siniscalchi».
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