Processo Crescent, tutti assolti
De Luca esulta: «Giustizia è fatta»

Processo Crescent, tutti assolti De Luca esulta: «Giustizia è fatta»
di Fulvio Scarlata
Sabato 29 Settembre 2018, 08:00 - Ultimo agg. 10:05
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Ha atteso la sentenza nella sua casa a Salerno, da solo. Telefonini spenti, nessuna dichiarazione neanche dopo la sentenza di assoluzione. Solo una «contentezza» per la sentenza, comunicata ai suoi legali con uno slogan: «Giustizia è fatta». D'altra parte Vincenzo De Luca non aveva fatto nessun accenno al processo Crescent per tutta la giornata mantenendo un'apparenza di tranquillità, quasi di imperturbabilità. Addirittura, ieri nel tardo pomeriggio, è andato alla notte dei ricercatori del «Pascale» dove tra pazienti, curiosi, medici e infermieri ha rinnovato le sue parole d'ordine: «La sanità campana è di eccellenza in Italia e in Europa», «abbiamo investito 150 milioni per creare il vaccino contro il cancro», «bisogna fare screening oncologici di massa». Il tutto senza sottrarsi a strette di mano, selfie e sollecitazioni varie. Un modo per dimostrare di credere tanto nella propria innocenza da stare a passeggiare tra la gente mentre i giudici erano riuniti in camera di consigliere per stilare la sentenza.
 
Ieri la parola d'ordine di De Luca ai suoi collaboratori più vicini era «normalità». Come ogni venerdì è rimasto a Salerno per registrare la sua intervista settimanale su LiraTv in cui discettare del tentativo dei grillini di ripristinare l'incompatibilità tra il ruolo di Presidente di Regione e commissario per la sanità: «Stiamo facendo una rivoluzione in Campania e la politica politicante vuole inquinare tutto dimostrando un livello di miseria e scorrettezza incredibile». Nel mirino anche il sindaco di Napoli: «Noi vogliamo bonificare Scampia ma bisogna sgomberare il campo Rom. De Magistris decida se vuole affrontare il problema universale dei Rom o fare la bonifica e lo spieghi ai cittadini di Scampia». Un'ora di quasi-monologo senza che la questione Crescent fosse neanche accennata, neppure in modo velato.

Il presidente della Campania, poi, è rimasto nello studio della sede della Regione presso il Genio civile di Salerno, continuando però una serie di incontri e di appuntamenti.

E, visto che il venerdì è la giornata delle manifestazioni e dei convegni, ecco che De Luca ieri ha affrontato il traffico impazzito della tangenziale di una Napoli in tilt per lo sciopero dei mezzi pubblici per arrivare alla notte europea dei ricercatori del «Pascale». Evitata ogni domanda sul processo e sull'intera vicenda del palazzone progettato da Ricardo Bofill a Salerno, attenzione puntata solo su questioni sanitarie, dall'«eccellenza mondiale del Pascale» alla scelta della Regione di investire 150 milioni di fondi europei solo «per la ricerca di un vaccino contro il cancro che così può concretamente arrivare da Napoli e dalla Campania», fino alla necessità degli «screening oncologici di massa, perché secondo le statistiche in Campania ci si ammala di meno e si muore di più proprio per mancanza di prevenzione».

Una strategia comunicativa, quella del governatore, basata proprio sulla mancanza di comunicazione in relazione alla questione Crescent e al processo finito ieri. Una voglia di mostrare a tutti di credere fermamente alla propria innocenza, che per De Luca si è rivelato vincente. Lasciata la manifestazione al Pascale, il governatore è tornato nell'abitazione di via Lanzalone, in una zona di piccola borghesia di Salerno, dove da solo, senza neanche i figli, l'ex vicesindaco salernitano Roberto e il deputato Piero, ha atteso che si concludesse il processo per il Crescent. E, fedele alla linea, non ha rilasciato nessuna dichiarazione nemmeno dopo l'assoluzione.

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