Il centro storico di Salerno
in balìa degli incivili dei rifiuti

Il centro storico di Salerno in balìa degli incivili dei rifiuti
di Barbara Cangiano
Lunedì 23 Agosto 2021, 09:00
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Via Tasso, Porta Rateprandi, vicolo degli Amalfitani. Tra il passaggio degli operatori ecologici che spazzano e lavano e la formazione di una microdiscarica a cielo aperto ormai non intercorrono neppure tre ore. Gli addetti di Salerno Pulita vanno via ed ecco che, a ridosso di colonne storiche o antichi luoghi di culto, compaiono pile di rifiuti. 

Il caso più eclatante è quello della chiesa dei Santi Crispino e Crispiniano, dove l'altra mattina sono stati portati via decine di sacchi di immondizia, contenenti di tutto, organico compreso, lasciati marcire sotto il sole per la gioia di vespe e blatte che hanno invaso via dei Canali, una delle strade del centro storico più frequentate dai turisti. Poco dopo la bonifica, sollecitata dagli abitanti della zona, sono spuntati nuovi sacchetti. In vicolo Giudaica, alle spalle della sede della Provincia, da giorni ci sono bidoni maleodoranti, che hanno sollevato le ire di residenti e ristoratori, come spiega Giovanna Salvini dell'osteria Dedicato a mio padre: «Stanno lì da lunedì, a putrefarsi, a richiamare insetti e a far scappare i clienti a gambe levate», denuncia. Ma il problema è più complesso di quanto sembri. E si evince nitidamente dalle foto che in queste ore circolano, accompagnate da commenti al vetriolo, sulle pagine social di locali e comitati: l'organico, da ordinanza sindacale, dovrebbe essere conferito nei carrellati e non in anonime buste abbandonate agli angoli delle strade. Per lo più nere e quindi non compostabili. Per bar e ristoranti della movida, l'orario di deposito è dalle 13.30 alle 15: quanto viene lasciato prima o dopo, resterà per terra, fino alla prossima data utile. Non va meglio in via Dalmazia, come denuncia il comitato territoriale Salerno Mia, dove da tre giorni, ai piedi dei tabelloni per le affissioni pubblicitarie, giacciono cumuli di carta, rimasugli di manifesti e lattine. Il degrado chiama degrado: e così, tra i rifiuti che crescono, impazza anche il parcheggio selvaggio e la pessima abitudine di deturpare il patrimonio storico-artistico. È di ieri il danneggiamento - l'ennesimo - a una colonna storica di Porta Rateprandi.

Inutile, finora, il tentativo di censimento portato avanti dai comitati di quartiere, così come le denunce. «Sarebbe bello chiedere al comandante della polizia municipale quali sono le azioni messe in campo per contrastare questo scempio ambientale, perché molte strade sono divieto di sosta e le macchine, nonostante tutto, sono parcheggiate indisturbate, cosa si intende fare per chi lascia la propria vettura in sosta sulle strisce impedendo ai disabili e alle mamme con i passeggini o alle persone anziane di muoversi liberamente e quale strategia sia stata messa in atto per chi corre come un dannato tra i vicoli», si legge sulle pagine del comitato Salerno Mia. 

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«Il paradosso è che ci sono le telecamere ma, per motivi a noi sconosciuti, non possono essere adoperate per capire chi infrange le regole e ci condanna a vivere in queste condizioni - denuncia Salvatore Marano, abitante del centro storico - Rispetto a qualche tempo fa, quando era veramente raro vedere uno spazzino, le cose sono cambiate: posso testimoniare che almeno le arterie principali, ma anche diversi vicoli, vengono spazzati e lavati. Purtroppo però, poche ore dopo, tornano a formarsi discariche abusive. Il problema è sempre lo stesso: mancano i controlli. Non si può pretendere di avere un operatore ecologico per ogni rione che stia lì a punire i trasgressori. È un ruolo che dovrebbe competere ai vigili urbani. Finché non verranno sanzionati questi incivili, residenti o ristoratori che siano, la situazione non cambierà». La mappa dettagliata del degrado, con tanto di foto e video, sarà consegnata a breve al comando della polizia municipale e al sindaco Vincenzo Napoli dai comitati di zona. L'obiettivo è quello di arrivare all'istituzione di un servizio di guardie ambientali, almeno per le aree più critiche della città.

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