«Al Ruggi per un'ischemia,
ora papà sta peggio di prima»

«Al Ruggi per un'ischemia, ora papà sta peggio di prima»
di Sabino Russo
Venerdì 12 Aprile 2019, 12:00
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«Parcheggiato quasi un giorno in pronto soccorso e senza alcuna terapia». A denunciare il caso il figlio di un paziente colpito da ischemia cerebrale, M.G., noto avvocato salernitano, secondo il quale il padre sarebbe stato «trasferito in reparto solo quando il quadro clinico era già notevolmente compromesso». L'uomo, stando al racconto, sarebbe ora bloccato a letto, con problemi di funzionalità alla gamba sinistra. Diametralmente opposta la versione della direzione del Ruggi, per la quale il paziente, sin dal momento dell'arrivo in via San Leonardo, avrebbe «eseguito uno specifico percorso assistenziale, che ha previsto tutti gli accertamenti diagnostici generici e specialistici, così da avere una diagnosi che potesse consentire il ricovero nel reparto appropriato». Tutto ha inizio mercoledì, intorno alle 13, quando l'uomo giunge con mezzo proprio in via San Leonardo, dove gli viene assegnato un codice giallo per un nuovo attacco ischemico, dopo quello già subito nel 2015 e per il quale ha oggi difficoltà di linguaggio. Da allora e fino alla mattinata di ieri, secondo quanto riferito dal legale salernitano, il paziente sarebbe stato «parcheggiato» in pronto soccorso, senza ricevere alcun tipo di esame e di terapia.
 
«A meno che non abbia ricevuto un monitoraggio da remoto, per il quale non credo il Ruggi sia attrezzato, solo nel pomeriggio di mercoledì gli è stato fatto un lavaggio con un medicinale equivalente a quello che già prende a casa con la terapia farmacologica segnala il figlio Tutti gli altri medicinali li ho portati io. Fino alle 9 di ieri a mio padre non è stato fatto niente». L'avvocato decide così, di denunciare tutto sui media. «Arrivato in reparto poi, è stato curato in modo encomiabile aggiunge La dottoressa che lo segue ha addirittura recuperato la cartella del 2015 e mi ha riferito che la Tac ha avuto esito negativo e che necessita, quindi, di altri accertamenti e di risonanza magnetica, per la quale ci vogliono 4-5 giorni». Nel frattempo però, l'attacco ischemico avrebbe già prodotto seri problemi di funzionalità alla gamba e al braccio sinistro. «Il dato incofutabile è che mio padre non sta bene, perché l'ho lasciato che si muoveva e ora è bloccato continua L'altro giorno l'ho accompagnato personalmente in bagno e camminava. Il fatto che fa più rabbia però, è che solo dopo aver sollevato il caso si è mosso qualcosa. Non è giusto che un povero anziano resti abbandonato a se stesso. Quanto fatto dalle 9 alle 13 dovrebbe essere la routine. Trovo offensivo sentir parlare di bed manager, assistere a spot o pubblicità su nuove direzioni manageriali, e poi trovarsi davanti questo tipo di realtà».

Esattamente opposta la versione dell'azienda ospedaliera universitaria, per la quale l'uomo non sarebbe mai stato «parcheggiato, ma ha eseguito uno specifico percorso assistenziale». Lo stesso avrebbe previsto l'esecuzione di una Tac, tre visite neurologiche per la valutazione progressiva, un elettrocardiogramma, tutti gli accertamenti diagnostici generici e specialistici «per poter addivenire a una diagnosi che potesse consentire il ricovero nel reparto appropriato». Al termine dell'iter diagnostico, il paziente è stato ricoverato in neurologia. «Sottolineando che durante tutto il periodo di ricovero presso la sala codici gialli del pronto soccorso del Ruggi il paziente è stato tenuto sotto stretta osservazione, così come avviene per tutti i pazienti in attesa di trasferimento dice la direzione strategica dell'azienda ospedaliera universitaria si evidenzia che il percorso valutativo si è concluso in meno di 24 ore. Si sottolinea, inoltre, che anche la figura del bed manager risulta impropriamente tirata in ballo, considerato che il ruolo di questa figura professionale non è quello di intromettersi nei percorsi diagnostici stabiliti dai medici del pronto soccorso e necessari alla valutazione degli eventuali successivi ricoveri».
 
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