Sorelle massacrate in casa, il killer
aveva già rapinato un'altra anziana

Sorelle massacrate in casa, il killer aveva già rapinato un'altra anziana
di Nicola Sorrentino
Sabato 20 Agosto 2022, 12:01 - Ultimo agg. 15:26
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Sette giorni prima di uccidere la 91enne Maria Grazia Martino e ferire Adele di 87 anni, le sorelle presso le quali aveva fatto da badante, durante un tentativo di rapina, Giuseppe Buono aveva aggredito in casa un'anziana a Baronissi, di 85 anni. La donna lo aveva scoperto mentre tentava di rubare soldi e oggetti preziosi. Per questi fatti, ieri mattina il gip del tribunale di Nocera Inferiore ha notificato all'uomo un'ordinanza di custodia cautelare in carcere. Il 41enne si trovava già a Fuorni, per l'omicidio del 9 luglio commesso a Salerno. A coordinare le indagini la Procura di Nocera, con il lavoro investigativo condotto dai carabinieri della compagnia di Mercato San Severino, guidati dal maggiore Carlo Santarpia. Le accuse per Buono sono lesioni personali e rapina aggravata. Nei prossimi giorni sarà interrogato dal gip, assistito dal suo legale, Assunta Mutalipassi.

A inchiodarlo per quella rapina, fruttata 26mila euro, è stata la testimonianza della vittima, ora in ripresa dopo essere finita in ospedale per l'aggressione subita e le ferite riportate. L'indagato e l'anziana 85enne vivevano lungo la stessa strada, a soli duecento metri di distanza. Quel giorno, il 2 luglio, Giuseppe Buono si recò verso casa dell'anziana. Probabilmente sapeva che in casa non vi era lei così come il marito, un 91enne. Riuscì a forzare la porta d'ingresso, per poi mettersi alla caccia di soldi e altro. La donna era uscita con il cane, per una passeggiata. Al suo ritorno aveva trovato Buono in casa. L'indagato, scoperto, aveva aggredito con violenza l'anziana, con calci e pugni, lasciandola poi a terra priva di sensi. Aveva poi ripulito tutto, non prima di essersi impossessato di 26mila euro e vari oggetti preziosi. La denuncia sporta dal marito della vittima fece partire l'indagine dei carabinieri. Grazie alla testimonianza della donna, così come ad accertamenti di natura investigativa - come immagini di telecamere e l'analisi di celle telefoniche - gli inquirenti erano riusciti a risalire all'identità del rapinatore.



Un esito drammatico, invece, avrà la rapina che l'uomo tentò di consumare sette giorni dopo a Salerno, in via San Leonardo, in casa delle sorelle Martino, per le quali aveva lavorato come badante fino al 2021.

Buono - che aveva confessato il delitto durante l'interrogatorio - si era introdotto in casa delle due scavalcando un muro che costeggia via Carrari. Dopo aver chiuso a chiave la camera da letto in cui c'era il fratello delle donne, allettato, aveva iniziato a rovistare tra i mobili di casa. Luoghi che conosceva bene, così come la disposizione delle camere. Un rumore di troppo aveva allertato tuttavia le due sorelle, che sorpresero l'ex badante a rubare. Tentando una fuga, Giuseppe Buono le bloccò riuscendo a colpire entrambe con una mazza di ferro. Le ferite più gravi le riporterà Maria Grazia Martino, al capo, poi deceduta, a differenza della sorella Adele, in fase di ripresa dopo tempo e pronta per essere sentita dagli inquirenti. L'inchiesta su quel delitto, infatti, non è ancora conclusa. Buono fu individuato grazie ad un'impronta lasciata dalle sue scarpe, repertata nell'abitazione in cui si consumò il delitto.

L'arma del delitto fu abbandonata in un cassonetto dei rifiuti. Secondo le indagini della Squadra Mobile, l'uomo puntava agli affitti che le sorelle Martino ricevevano mensilmente per alcune proprietà. In casa c'erano infatti circa 380mila euro in contanti, ma l'uomo non lo sapeva, al punto che portò via dalla casa una cifra pari a 3400 euro, situata in un'altra parte del domicilio. La prima cifra era infatti custodita nella stanza dove si trovava il fratello, che l'uomo aveva chiuso a chiave per evitare complicazioni. Riguardo l'episodio di Baronissi, invece, la Procura di Nocera Inferiore raccoglieva già elementi e riscontri attraverso una serie di perquisizioni fatte in casa dell'uomo. In casa delle sorelle, il 41enne aveva svolto il lavoro di badante. Il suo incarico era durato un paio di mesi. Tra i tre e Buono erano rimasti cordiali rapporti. Durante l'interrogatorio confessò il delitto, spiegando di non avere mai avuto intenzione di uccidere la 91enne. Nei prossimi giorni sarà interrogato di nuovo, ma dal gip di Nocera Inferiore, sulla violenta rapina commessa nei riguardi di un'anziana di Baronissi.

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