Salerno, la lezione del voto dei venti Municipi

Amministrative 2023, l'analisi e lo scenario in vista delle prossime consultazioni elettorali

Giuseppe Lanzara festeggia la conferma a sindaco di Pontecagnano Faiano
Giuseppe Lanzara festeggia la conferma a sindaco di Pontecagnano Faiano
di Carla Errico
Mercoledì 17 Maggio 2023, 07:46 - Ultimo agg. 08:33
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Non è un test verità. Con buona pace dei candidati che hanno lottato, hanno vinto o sono stati sconfitti, le elezioni appena concluse in venti Comuni della provincia difettano di valore probante per gli equilibri geopolitici salernitani. Non ci cambiano la vita, insomma. Nè la cambiano ai sempre più numerosi elettori che scelgono di non andare a votare: e questo, forse, sarebbe il primo e più importante assillo su cui (continuare a) interrogarsi.

Però anche in un piccolo test ci sono segnali da non sottovalutare. Conferme, tante. Nel segno della continuità e del bisogno di certezze amministrative le plurime vittorie di sindaci e coalizioni uscenti, che prevalgono in copiosa maggioranza nei grandi e piccoli centri. Con l’unico vero ribaltone registrato nella piccola Roccagloriosa, a firma del leader leghista locale Attilio Pierro.

Sorprese, poche, ma forse rivelatrici di insofferenze latenti tra i cittadini e di personalità crescenti tra le forze politiche, in vista delle più importanti scadenze elettorali di qui a venire.

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Il bilancio del piccolo test è tutto all’attivo per il Pd a trazione deluchiana e per il centrosinistra. Che ottengono a mani basse il bis del sindaco Giuseppe Lanzara a Pontecagnano Faiano. Che in così larga misura non era scontato. E che tracima in altri municipi minori ma significativi, da Pellezzano con Francesco Morra a Montecorvino Rovella con Martino D’Onofrio, fino ai borghi dell’area sud. Però i democratici ed il centrosinistra, peraltro pure alleati con i Cinquestelle, toppano malamente a Scafati, che era il Comune principale da provare a strappare ad un centrodestra lì sempre egemone. E qui forse c’è da chiedersi cosa era sbagliato, l’alleanza o il candidato?

Elezioni comunali a Scafati, Pasquale Aliberti e Corrado Scarlato al ballottaggio


Per il centrodestra, Scafati fa storia a sé. L’ex sindaco - sotto processo - Pasquale Aliberti con Forza Italia e Lega sbaraglia l’ex primo cittadino uscente Cristoforo Salvati di FdI, se ne fa un baffo della disunione in coalizione e aspetta di vedersela al ballottaggio con l’antagonista, l’imprenditore leader dei moderati Corrado Scarlato. Gli esclusi si interroghino, si spera. Il centrodestra diviso non funziona ma ha una sua ratio locale. Il partito al governo con Giorgia Meloni potrà mai inchinarsi ad Aliberti? E la partita che il ballottaggio riapre non fa recriminare per una vittoria mancata che pure sarebbe stata scontata al primo turno, ove mai si fosse trovata la quadra dell’unità? E la sinistra, saprà davvero esprimere per i posteri un modello di governance alternativa oltre ad issare bandiere sul fondo Nappo?

Poi c’è Campagna, che è una marmellata. Esponenti di sinistra e di destra miscelati un po’ ovunque. Tutti in qualche misura figli di Biagino Luongo ed ora suoi avversari. Ma saranno pure fatti loro, retaggi di beghe antiche. Qui il dato politico non c’è, se non fosse che il Pd ha provato a costruire dall’alto un ceto dirigente per poi abbandonarlo con (reciproci) veleni. 
 

Cinquestelle non pervenuti. Non funzionano nè la testimonianza solitaria di Pontecagnano nè la scelta di allearsi con il Pd a Scafati. La scommessa di un radicamento territoriale resta ancora un desiderio inattuato.
Non è un test verità. Però può aiutare ad interpretare il futuro. Ci dice che la gente desidera avere certezze. Che crede che la continuità amministrativa sia un ombrello sotto cui ripararsi. E forse gli elettori salernitani sono un buon campione oltre il piccolo test. Con buona pace di vincitori e vinti: la storia va oltre, che ne si sappia o meno essere protagonisti.

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