«L’ultima trovata di De Luca ha dell’incredibile. La delibera di giunta con cui viene rimodulato il budget di spesa per il personale delle aziende sanitarie e di quelle ospedaliere è un atto che sconvolge la demografia della Campania, al punto che le province di Avellino, Benevento e Caserta messe assieme prendono quanto quella di Salerno. Il governatore sta riscrivendo la geografia della regione, trasformandola in territorio al servizio della sua città di residenza, e lo sta facendo nel silenzio generale della classe politica sulla pelle dei pazienti e degli ammalati.»
Lorenzo Medici, leader della funzione pubblica cisl, commenta i contenuti della delibera n. 74 dell’esecutivo, ed attacca: «Come sindacato chiediamo di sapere subito quali sono i criteri oggettivi a cui ci si è ispirati distribuendo i soldi dei cittadini.
Il sindacato spiega in dettaglio i finanziamenti, riportando i casi più clamorosi. Si scopre così che l’Asl di Avellino prende 104 milioni, quella di Benevento 63, quella di Caserta 298, per un totale complessivo di 475 milioni, quasi quanto i 450 milioni e mezzo di Salerno, nonostante le prime tre abbiano una popolazione complessiva di 1 milione e 600 mila abitanti, 500 mila in più dell’altra. La Cisl esprime perplessità anche per i finanziamenti alle aziende ospedaliere. Il Ruggi ottiene 170 milioni con appena 642 posti letto, l’Azienda dei Colli (che mette assieme Monaldi, Cotugno e Cto) incassa 4 milioni e mezzo in meno (!) con 987 posti letto, il Cardarelli, che è il più importante presidio del Mezzogiorno con 850 posti letto, 100 mila accessi all’anno e 300 pr«onti soccorso al giorno ottiene 179 mila euro, appena 9 mila in più.
«E’ una distribuzione di risorse – conclude Medici – unidirezionale! Se serve ad assumere nelle Asl e nell’ AO di Salerno non può e non deve danneggiare territori e presìdi prestigiosi e di rilievo nazionale che hanno bisogno da anni di personale. Il presidente-assessore continua ad adottare provvedimenti senza confrontarsi con le organizzazioni sindacali ed a sbagliare. A meno che non preferisca fare da solo perché così può accontentare la sua città».