Foto hot, poi i ricatti alle ragazzine
adescate sui social network

Foto hot, poi i ricatti alle ragazzine adescate sui social network
di Daniela Faiella
Domenica 21 Novembre 2021, 11:49 - Ultimo agg. 12:06
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Adescava sui social ragazze minorenni o psicologicamente fragili, stringeva amicizia con loro per indurle poi ad autoprodurre ed inviargli foto e video dal contenuto pornografico con il preciso intento di ricattarle, per ottenere soldi o altri benefici, minacciando di diffondere quel materiale in rete. Sono pesanti le accuse formulate nei confronti di un 31enne di Scafati, arrestato dai carabinieri della compagnia di Pozzuoli, che ieri hanno dato esecuzione all'ordinanza di applicazione di misura di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del tribunale di Napoli su proposta della locale procura della Repubblica. Pedopornografia minorile, estorsione e revenge porn, questi i reati contestati a C.C., raggiunto dai militari nella sua abitazione, non lontano dal centro cittadino. Sembra che all'arrivo dei militari il 31enne si trovasse, in realtà, a casa della sua compagna, ad Angri, e proprio lì gli sarebbe stato notificato il provvedimento cautelare emesso a suo carico dall'autorità giudiziaria.

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, l'uomo, utilizzando i social network, stringeva rapporti di amicizia con le sue vittime, per poi indurle ad autoscattarsi foto hot o ad autoprodurre video dai contenuti porno che si faceva inviare, con l'obiettivo di estorcere loro dei soldi, dopo averle minacciate di diffondere in rete il materiale ricevuto. La vicenda risale ad alcuni anni fa. Una delle ragazze finite nel mirino del 31enne era minorenne all'epoca dei fatti. Le altre avevano fragilità fisiche o cognitive. Tutti soggetti particolarmente sensibili, indifesi, facilmente circuibili. I carabinieri della compagnia di Pozzuoli hanno avviato le indagini in seguito ad una prima denuncia che ha fatto scattare l'inchiesta, coordinata dalla procura di Napoli. Il cerchio si è successivamente allargato, con l'acquisizione di altre denunce. Tutte del stesso tipo. Certosina e paziente è stata l'attività condotta per mesi dagli investigatori, che hanno raccolto nel tempo gravi indizi di colpevolezza nei confronti dell'uomo, desunti da intercettazioni telefoniche, ricerche, acquisizioni di dati da dispositivi informatici e supporti di memoria verificati nel corso delle perquisizioni domiciliari. Un lavoro di indagine minuzioso quello svolto dagli uomini dell'Arma, non senza difficoltà. Non è stato facile, infatti, ricostruire la rete di rapporti che il 31enne di Scafati era riuscito a creare sui social per individuare e adescare le vittime che avessero determinate caratteristiche di fragilità.

Ragazze deboli, fragili, ma che fossero pronte a fidarsi di uno sconosciuto, pur di avere la sua amicizia.

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