Scambio politico-mafioso a Scafati,
la Dda chiude un'indagine bis

Scambio politico-mafioso a Scafati, la Dda chiude un'indagine bis
di Nicola Sorrentino
Domenica 8 Marzo 2020, 12:25 - Ultimo agg. 13:16
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Scambio elettorale politico-mafioso a Scafati, la Dda di Salerno chiude una seconda indagine nei riguardi di politici ed ex esponenti di clan di camorra. Sette le persone indagate: tra queste l'ex presidente del consiglio comunale Pasquale Coppola e l'ex vicesindaco di Scafati, Giancarlo Fele, insieme al collaboratore di giustizia Andrea Spinelli detto "Dario", Massimo Fattoruso e Alfonso Loreto. Questi cinque, sono accusati di scambio elettorale politico mafioso. Nel dettaglio, secondo le accuse della Procura, nella figura del sostituto Silvio Marco Guarriello, il periodo attenzionato sono le regionali del 2015, durante le quali Spinelli avrebbe promesso a Coppola un pacchetto di voti in cambio di «denaro o di altra utilità (fra cui mettersi a disposizione per ogni esigenza del clan e l'effettivo ottenimento della somma di almeno 500 euro)». Nel caso specifico, il clan di riferimento sarebbe stato quello di Ponte Persica. Una promessa simile sarebbe stata accettata anche da Alfonso Loreto. A seguire, Spinelli avrebbe promesso voti anche a Fele, per le elezioni comunali del 2013 a Scafati. Nel caso specifico, la Dda contesta l'erogazione di una grossa somma di denaro e il «mettersi a disposizione per ogni esigenza del clan presso il comune di Scafati». Lo stesso avrebbe fatto Massimo Fattoruso, promettendo di raccogliere voti per l'ex vicesindaco, avvalendosi - sempre secondo le accuse - della forza di intimidazione del clan Annunziata-Aquino. Accuse che l'Antimafia ha messo insieme grazie alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, ora da dimostrare nelle fasi successive dell'inchiesta

Sono invece indagati per induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci all'autorità giudiziaria, Aniello Aliberti, fratello dell'ex sindaco, e Giovanni Cozzolino. In questo caso, secondo le accuse della Dda, i due avrebbero tentato «mediante promesse o minacce non meglio individuate» a spingere Coppola a rendere dichiarazioni non corrispondenti al vero all'autorità giudiziaria riguardo l'erogazione di un contributo per un comizio elettorale. Tutti gli indagati avrann modo di presentare, ora, memorie difensive a propria discolpa o chiedere di essere interrogati per chiarire quanto viene loro contestato, entro venti giorni dalla notifica dell'atto. L'inchiesta appena conclusa rappresenta uno stralcio dell'indagine "Sarastra", per la quale è in corso oggi un processo a Nocera Inferiore. 
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