Grinta, sacrificio e seduzione
poker d'assi nella scherma «rosa»

Grinta, sacrificio e seduzione poker d'assi nella scherma «rosa»
di Silvia De Cesare
Domenica 28 Maggio 2017, 06:00
4 Minuti di Lettura
Fiordelisi, Gregorio, Del Prete, Memoli. Il popolo sportivo tifa e applaude quattro cognomi, collegando il successo della scherma italiana a queste identità. Le divise bianche e quella scritta dietro le spalle è l’unico modo che hanno per riconoscere una pattuglia rosa di schermitrici, tutte indistintamente, salernitane. Ma fuori da quella pedana, viene da chiedersi, chi sono queste campionesse? Sfilata la maschera sono semplicemente Antonella, Rossella, Sara, Giorgia. Nella vita di tutti i giorni non c’è finta né fendente che le costringa a gareggiare, al massimo un affondo o una botta dritta, le azioni più comuni nello sport ma che anche nel quotidiano possono trovare la loro giusta trasposizione. 

Un posto in copertina occupa senza dubbio la medaglia di bronzo ai campionati italiani under 20 spada femminile, Antonella Fiordelisi. Sui motori di ricerca è terza (viene subito dopo la Clerici e prima della Elia), ha 19 anni, e un profilo instagram degno delle star: 355mila follower. Merito del suo fisico marmoreo, della sua simpatia, ma anche di quella giusta dose di furbizia che se va a braccetto col selfie ti elegge influencer, ti fa diventare testimonial di una linea di costumi, ti costringe ad avere un’agenzia che gestisca i mille appuntamenti. Ha iniziato per puro caso, ma è divertente: giocare a fare la femme fatale le piace. Per tutto il resto Anto è solo una giovane campionessa, una studentessa di scienze politiche con sneakers ai piedi.

Poi c’è Rossella Gregorio, trionfatrice quest’anno prima nell’esordio stagionale ad Orleans e poi a Tunisi nella gara a squadre del circuito di Coppa del Mondo di sciabola femminile. E adesso la convocazione in nazionale per gli europei di Tiblisi. Ventisei anni, un palmares già pieno zeppo di medaglie, Rossella è una giovane donna che miscela perfettamente la sensualità di un corpo sportivo con la semplicità dell’essere femminile. Tanti i viaggi legati alle gare e poi quando torna a casa è tutta per gli affetti più cari: la sua dolce nonnina o la sua Chicca, il cagnolino dal quale è costretta spesso a separarsi. Ce lo racconta sui social, dove una foto post gara o in aereo si alterna con l’immagine di una pizza margherita, il mare di Salerno, gli amici.

Nel poker d’assi c’è anche Sara Del Prete, terzo posto ai Campionati italiani under 20 sciabola femminile. Archivia un anno negativo, volta pagina con l’amaro in bocca ma da qui si può ripartire. Straordinaria la sua storia. Nasce e cresce a Ravenna fino all’età di quattro anni e poi il trasferimento a Vietri sul Mare, mamma è di qui, papà è napoletano: vivere vicino al mare era una scelta inevitabile. Non è figlia unica, anzi. Prima di lei un primogenito in trasferta a Pavia per praticare il canottaggio e poi lei, che arriva “in tandem” con Marta, la sua sorella gemella. Sono due gocce d’acqua, identiche, e per un bel po’ hanno condiviso anche le stesse passioni, scherma compresa. Scelto il fioretto ma non è amore a prima vista per entrambe. Sara decide di tentare la sciabola e se ne innamora praticamente subito, la sorella è demotivata e lascia lo sport, lascia tutto per andare a Roma a studiare psicologia. “Mi manca da morire – racconta la giovane campionessa – è la mia migliore amica, l’altra parte di me”. 
Quanto ai sacrifici quelli non si contano, se fatti con il desiderio nel cuore di salire su un podio, vincere, portare a casa un risultato, specie se i motivatori numero uno sono i suoi genitori. Difficile beccarla in tiro. Ama i tacchi ma per tutelarsi li indossa solo alle feste, anche quelle molto rare se si pensa che tra ritiri e gare se ne vanno almeno tre week end al mese. Ma un sabato e domenica con le amiche di sempre le basta per recuperare tutto il tempo perso.
Solare, scherzosa, sempre sorridente è una patita dello shopping e delle tute (in armadio non c’è più posto).

Il cerchio si chiude con la più piccola: Giorgia Memoli, sedici anni. Anche lei reduce da un meraviglioso terzo posto ai Campionati Italiani Cadetti e Giovani frequenta il liceo scientifico e sogna di iscriversi alla facoltà di Ingegneria Spaziale. Timida, timidissima, dice di essere un po’ “scollegata” nel senso che non riesce ad essere social come i suoi coetanei nonostante sia registrata sui due più quotati (Facebook e Instagram). La scherma le ruba tutto il tempo che una ragazzina potrebbe investire nei pigiama party, i pomeriggi al telefono, le passeggiate. Ma non le importa minimamente. Quello col fioretto è stato un incontro meraviglioso. Piccolissima, scopre la scherma guardando le olimpiadi in tv e decide di iniziare: sono passati già nove anni. Nel tempo libero, quel poco che le rimane, imbraccia la chitarra e suona, tutta, perché le note fanno sognare. 
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