A scuola con il cappotto in 164 istituti salernitani: non ci sono i termosifoni

Prende il via la stagione fredda

A scuola con il cappotto in 164 istituti salernitani: non ci sono i termosifoni
di Gianluca Sollazzo
Domenica 27 Novembre 2022, 06:00 - Ultimo agg. 28 Novembre, 08:31
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Caro energia, prende il via la stagione fredda e si accendono i termosifoni. Ma non per tutti: sono ben 164 i plessi della provincia di ogni ordine e grado che sono sprovvisti di termosifoni. Per questi plessi l’inverno sarà ancora più freddo. Il dato arriva da un’analisi dell’anagrafe dell’edilizia scolastica messa a disposizione del ministero dell’istruzione.

Un grattacapo di non poco conto che amplifica il problema del riscaldamento degli ambienti didattici. E sullo sfondo il riscaldamento delle scuole che parte all’insegna dell’austerity. Il 22 novembre, secondo quanto previsto dal calendario nazionale, la Provincia e i Comuni hanno acceso i termosifoni per riscaldare le aule. Sono giorni freddi e all’insegna del maltempo. E l’accensione dei termosifoni allevia sicuramente i disagi. Ma per presidi e alunni si prospetta una fase di ristrettezza e limitazioni. Nelle scuole, quindi, ci sarà di stringere i denti e sperare che non sia un autunno freddo.

La Provincia di Salerno, che gestisce 140 scuole superiori, è consapevole dei sacrifici da mettere in campo. «Chiuderemo i riscaldamenti un’ora prima al giorno rispetto all’anno scorso – annuncia Angelo Michele Lizio, responsabile edilizia scolastica della Provincia – ma saranno garantite almeno 9 ore di riscaldamento al giorno». Si prospetta un inverno freddo con cappotti e maglioni in classe. «Il periodo di accensione degli impianti è ridotto di un’ora al giorno e il periodo di funzionamento della stagione invernale 2022-2023 è accorciato di 15 giorni, posticipando di 8 giorni la data di inizio e anticipando di 7 la data di fine esercizio», fa sapere Lizio. Anche ieri riscaldamenti chiusi un’ora prima e assicurato un massimo di 19 gradi negli ambienti didattici. Sullo sfondo il caro bollette. Per consumi di energia elettrica e per sopperire alle spese di consumi idrici nelle scuole, la Provincia ha approvato a ottobre la variazione di bilancio di 1 milione e 170 mila euro.

Ma l’avvio della stagione fredda ripropone l’allarme relativo alla carenze strutturali. Ci sono scuole, infatti, nel salernitano che non hanno nemmeno i termosifoni. Lo si apprende da un’analisi aggiornata a fine settembre dell’Anagrafe dell’edilizia scolastica messa a disposizione dal Ministero dell’Istruzione. Sono ben 89 le scuole di vario grado con impianto di riscaldamento «non definito» – si legge nell’anagrafe edilizia – e ben 75 le scuole sprovviste completamento di riscaldamento. Complessivamente ben 164 scuole che soffrono il freddo ancora più di altre a causa di carenze strutturali. E si ripropone il problema edilizia scolastica. Da giorni gli studenti dell’alberghiero Virtuoso di Salerno sono in agitazione a causa di infiltrazioni d’acqua piovana che stanno impedendo la normale attività didattica in 3 aule nella sede di via Urbano II. Gli studenti hanno chiesto un intervento immediato alla Provincia. La protesta è confermata dalla preside del Virtuoso, Ornella Pellegrino.

«Abbiamo un piano interdetto per perdita d’acqua dal tetto al terzo piano di via Urbano II e i ragazzi sono costretti ad arrangiarsi», dichiara la preside del Virtuoso. Tra scuole senza termosifoni e con carenze strutturali, le speranze dei presidi sono rivolte ai fondi del Pnrr. In totale i fondi a disposizione delle scuole salernitane sono di circa 52 milioni di euro, di cui 46 gestiti direttamente dalla Provincia. «Stiamo lavorando – sottolinea Lizio - sull’aspetto della progettazione e dell’affidamento dei lavori. L’unico grande problema riguarda la scadenza, troppo ravvicinata, per l’aggiudicazione degli appalti. Perché il termine ultimo, per il momento, è fissato alla fine di quest’anno. Chiediamo di procrastinare la scadenza, tenuto pure conto che il Pnrr prevede che l’ultimazione dei lavori debba avvenire entro il 31 marzo del 2026. Proprio per questo appare un controsenso una scadenza così ravvicinata».

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