Addio a Seid Visin il calciatore:
il cuore va oltre il razzismo

Addio a Seid Visin il calciatore: il cuore va oltre il razzismo
di Nicola Sorrentino
Domenica 6 Giugno 2021, 12:58 - Ultimo agg. 7 Giugno, 11:34
3 Minuti di Lettura

«Ma quale razzismo, gli volevano tutti bene». Le parole escono fuori spontanee tra i tanti amici di Seid Visin, riuniti ieri mattina per l'ultimo saluto al loro amico a Cicalesi, nella chiesa di San Giovanni Battista, combattuti tra sentimenti di sgomento, commozione e rabbia. Il giovane 21enne, nato in Etiopia e adottato a 7 anni, si è ucciso impiccandosi in casa, giovedì scorso.

Un ragazzo «fragile» e «chiuso alle volte» dicono, ma anche «creativo e pieno di passioni». Prima era stato il calcio, con esperienze in squadre di categoria, quindi il teatro, i libri, la musica. La fidanzata in Finlandia, la borsa di studio, il diploma a Nocera Inferiore, il viaggio in Argentina.

Un suo messaggio scritto su Facebook, nel 2018, è diventato virale nelle ultime ore. Il testo - letto da una madre ieri in chiesa - raccontava l'idea di Seid sull'arrivo dei migranti in Italia, sulla loro sofferenza, ma anche sulle difficoltà che lui stesso aveva affrontato in Italia. Come i commenti razzisti che lo spinsero a cambiare lavoro.


IL PREGIUDIZIO
La sensibilità di Seid dinanzi a questo è stata ricordata da un amico, con un messaggio sul suo profilo social: «Eri come un lupo solitario in cerca di amore e di bene, il tuo umore stroncato talvolta da qualche pregiudizio e parola fuori posto di qualche ignorante». La famiglia ci ha tenuto a precisare, tuttavia, attraverso una breve dichiarazione ad una tv locale che «il suo gesto estremo non deriva da episodi di razzismo». La messa è stata celebrata da don Andrea Annunziata: «Il cuore dell'uomo è un mistero insondabile - ha detto - ed è difficile e complicato entrare nel nostro, figuriamoci in quello delle persone che amiamo. Siamo vicini a Seid e alla sua famiglia, sperando che possa vivere nella pace che ha cercato».

Nessuno tra i presenti immagina le ragioni dietro il gesto del loro amico. A 7 anni, sempre secondo chi lo conosceva, scappò da un villaggio. Fu salvato. Alle spalle lasciò la guerra, i genitori naturali, la violenza, dolori e sofferenze che probabilmente si era portato con sé. Poi arrivò l'adozione di Walter e Maddalena, genitori straordinari e pieni di dignità che lo hanno amato. Così come gli amici, dal ragazzo di strada allo sportivo, fino all'adulto. Le lacrime si sprecano mentre si susseguono gli interventi durante la messa. Dal pulpito della chiesa c'è il ricordo commosso di un ragazzo dell'Atletico Vitalica, la squadra di calcio a 5 dove aveva militato Seid: «Non sei stato una meteora, amico mio, ma una cometa. Hai illuminato il nostro cammino. Tutti noi. In allenamento non avevi mai un atteggiamento di sfida, ma di ragazzo semplice. Eri l'ultimo, paradossalmente, tra noi, sebbene il più forte. Avevi sensibilità e intelligenza profonda. Ci hai fatto sentire uniti. Grazie Seid per averci dato il tuo dono, senza chiedere nulla in cambio».

All'esterno ci sono magliette con il suo nome, uno striscione che recita: «Buon viaggio campione», mentre gli amici si stringono tra loro a cerimonia conclusa, nel silenzio della bara sorretta dall'amore che ha diffuso in modo naturale questo giovane di soli 21 anni.

© RIPRODUZIONE RISERVATA