«Porto nostra figlia in Perù»:
e la bimba contesa va sotto tutela

«Porto nostra figlia in Perù»: e la bimba contesa va sotto tutela
di ​Viviana De Vita
Mercoledì 19 Settembre 2018, 06:25
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«La porto con me in Perù e tu la vedi ogni tre mesi». Udienza tesa, quella celebrata davanti al giudice Iachia della prima sezione civile del tribunale di Salerno dove si discuteva la causa di separazione tra una giovane salernitana ed un coetaneo peruviano, genitori di una bambina di due anni e mezzo, “contesa” tra i due che, dopo un breve unione, si sono separati per profonde divergenze sociali e culturali. Al sesto piano della palazzina B della cittadella giudiziaria, i due coniugi erano stati convocati per firmare la separazione ma nel corridoio del tribunale l’atmosfera era tesissima. Dopo una lunga mediazione condotta dagli avvocati Francesco Anzalone e Tiziana Palladino, è arrivato il provvedimento del giudice che ha ritenuto di informare i servizi sociali e il giudice tutelare affinché monitorino la situazione per assicurare la necessaria serenità alla piccola sia per scongiurare il pericolo che il padre possa portarla nel suo paese d’origine come da tempo minaccia di fare, sia per evitare che la bambina possa crescere in un ambiente non consono ad un minore. Il padre, che non ha una fissa dimora e dorme alla stazione ferroviaria, potrà vederla tre volte a settimana e, dopo i 4 anni, potrà trascorrere con la figlia due fine settimana al mese a condizione, però, che trovi un’abitazione dove ospitarla in modo adeguato. Disposto, infine, un mantenimento di 250 euro al mese.
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